di Luca Maimone
Con l’aria che si respira ultimamente, tra violenze, forche virtuali ma pericolose, gli standard politico-sociali che giocano sempre più al ribasso e un’Italia che stenta a ripartire e con l’ombra del virus che incombe muta ma presente, non è facile non cadere nello sconforto e in una sfiducia che può paralizzare. Poi ti imbatti nelle parole del Dalai Lama, uomo di intelligenza e dolcezza infinite, che nella sua vita ha dovuto subire prima l’invasione e la violenza del regime comunista cinese del suo paese natale, con l’uccisione di molti dei suoi connazionali tibetani e poi l’esilio in India, che in un breve scritto ha affermato: “Come Buddista credo nel principio dell’impermanenza. Alla fine, questo virus passerà, come ho visto passare guerre e altre terribili minacce nella mia vita, e avremo l’opportunità di ricostruire la nostra comunità globale come abbiamo fatto molte volte in passato. Spero sinceramente che tutti possano stare al sicuro e rimanere calmi. In questo momento di incertezza, è importante non perdere la speranza e la fiducia negli sforzi costruttivi che tanti stanno compiendo”. Importante ricordare l’eterna verità dell’impermanenza di tutto l’esistente, principio buddhista, ma che noi occidentali discendenti del grande Eraclito possiamo percepire. Il fondamento che il mondo, gli eventi, le nostre vite e noi stessi siamo in divenire ci può confortare anche nei momenti più oscuri: il dolore di oggi sarà un ricordo di domani, il timore di oggi sarà un sorriso di domani. Certo certi eventi durano più a lungo, ma anche essi finiranno. Nel bene e nel male. C’est la vie.