Pronti, via. L’Italia cerca di rimettersi in moto, per uscire dai quattordici mesi più duri dal Dopoguerra. E’ ancora presto per abbassare la guardia sul fronte della pandemia: tutto dipenderà dai comportamenti quotidiani e dall’andamento della campagna di vaccinazione di massa. Ma sull’altro fronte, quello dell’economia, si intravede qualche spiraglio di luce. A maggio le imprese stanno tornando ad assumere: sono programmati circa 397mila nuovi ingressi. E, per l’estate, i nuovi contratti di lavoro potrebbe addirittura superare quota 1,27 milioni. Un numero da prendere con le pinze e che dovrà scontare un effetto “stagionale”. La strada per recuperare i posti di lavoro saltati a causa della pandemia sarà ancora lunga. Ma ora tocca al governo accelerare ed evitare di fare errori. L’impressione, infatti, è che fino ad oggi l’esecutivo abbia fatto molto dal punto di vista dei “sostegni” e dei sussidi per le imprese e le famiglie. Ma molto poco per rilanciare gli investimenti produttivi, l’unica “spesa corrente” che può trasformare il rimbalzo dell’economia in una ripresa solida e duratura.
Un dato per tutti: nei forzieri delle banche c’è attualmente un tesoretto di circa 1900 miliardi di euro. Una cifra enorme. Se si riuscisse a sbloccarne anche una decina parte, avremmo di fatto raddoppiato il valore del Recovery Plan. E, probabilmente, anche i suoi effetti. Ma c’è di più. A pagare il prezzo più alto della crisi, oltre all’industria, c’è stato soprattutto il turismo, che da solo vale più o meno il 13% del Pil. L’arrivo del green pass e della bella stagione potrebbe davvero ridare ossigeno all’economia e far lievitare i consumi, che da mesi registrano un trend fortemente negativo. Insomma, oggi ci sono davvero tutte le condizioni per sconfiggere anche il “virus” che ha affondato la nostra economia. A patto, però, che il governo non si fermi alle promesse e agli impegni, ma realizzi davvero le riforme contenute nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). Cominciando, magari, a snellire e a semplificare quel magma burocratico che da decenni impedisce al Paese di ripartire. Nel suo discorso di insediamento Draghi tuonò contro i tre mostri che il suo governo dovrebbe abbattere: corruzione, stupidità e difesa degli interessi di parte. E’ arrivato davvero il momento, per dare un futuro alle giovani generazioni che, almeno per una volta, tutti (partiti compresi) si schierassero dalla parte dei cittadini e delle imprese, mettendo da parte beghe di Palazzo o interessi elettorali.