Responsabilità, legalità e socialità. E ancora continuità, diffusione e consapevolezza. Il dizionario della “buona scuola” si arricchisce di nuovi termini. Parole che rappresentano, oggi, una sorta di antidoto al terrorismo e alla corruzione e che pongono la scuola pubblica come luogo privilegiato di incontro sui temi della legalità, Una sorta di “presidi di legalità”. E come luoghi in cui si immagina e si costruisce un futuro migliore. Parole che prendono corpo e fiato di fronte alla platea di studenti e professori riuniti presso la sede del Consiglio superiore della Magistratura, assieme ai rappresentanti delle istituzioni, per il convegno su “Il ruolo della scuola per la cittadinanza attiva e democratica”, organizzato da Miur, Csm, Anm, Dna e Anac in occasione della “Giornata per l’educazione alla legalità”.

Una giornata unica, un’occasione straordinaria per il mondo della scuola “perché per la prima volta nella storia del mondo dell’educazione si struttura una serie di iniziative che esistono da anni ma che ora diviene azione corale e strutturalmente presente nella scuola”. Con queste parole il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini sottolinea l’importanza dei protocolli d’intesa siglati a febbraio e a maggio dal Miur con Csm, Anm, Anac e Dna e che da oggi vengono “tradotti in realtà”.

Il Ministro definisce i tanti giovani studenti di tutta Italia coinvolti in prima persona nell’iniziativa «un esercito della speranza, educato al rispetto dei principi e dei valori di responsabilità, legalità, socialità. L’etica individuale, quando si somma, diventa etica sociale», aggiunge il ministro dell’Istruzione che non ha dubbi: “dare il messaggio di educare a un senso di responsabilità e alla cultura della legalità è la missione più grande e più nobile che possiamo avere”.

Richiamando inevitabilmente i fatti di Parigi e gli ultimi attacchi terroristici, il ministro spiega: “Ci troviamo in un contesto europeo inficiato da un sentimento di paura ma in occasione dell’ultimo Consiglio dei ministri dell’Istruzione Ue si è capito che quell’esercito europeo della speranza, fatto da milioni di giovani, ha in mano lo strumento più efficace” contro il terrore: “un’educazione ai valori e ai principi di partecipazione diretta e attiva alla legalità che poi producono frontiere solide contro l’illegalità”.

 

“Responsabilità” è la parola chiave usata anche dal presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, Raffaele Cantone. “Capovolgiamo un luogo comune – ha spiegato il numero uno dell’Anac – dobbiamo imparare a usare meno la parola legalità che è una parola abusata, usata spesso da chi non avrebbe i titoli per usarla. La parola giusta responsabilità”.

Sull’educazione alla legalità, Cantone sottolinea: “E’ fondamentale iniziarne a parlare dalle scuole. La corruzione è un problema soprattutto per le nuove generazioni, è una perdita di chance per i giovani. Andando nelle scuole ho capito quanto sia fondamentale che i ragazzi vedano che le istituzioni ci sono, soprattutto quando si riesce ad andare nelle scuole di frontiera”.

Al convegno a Palazzo dei Marescialli, padrone di casa è Giovanni Legnini. “Studi multidisciplinari – ha sottolineato – hanno dimostrato una stretta correlazione tra livello di istruzione e riduzione della propensione alla criminalità” e che “all’incremento degli anni di studio corrisponde la riduzione della tendenza a commettere crimini in età adulta”. Dunque, sostiene Legnini, “la funzione della scuola nel contrasto di lungo periodo alla criminalità, alla corruzione, al malaffare diffuso, alla violenza terroristica, è decisiva. Non da oggi”. “La novità di questa iniziativa – ha concluso il vice presidente del Csm – é rendere più strutturata e continuativa la partecipazione della magistratura italiana alle attività che il sistema scolastico nazionale intenderà promuovere”.

Tanti gli interventi dei giovani dell’esercito della speranza che hanno testimoniato la loro costante e quotidiana lotta per la diffusione della cultura della legalità. Rappresentanti delle consulte studentesche, studenti che hanno illustrato le ricerche condotte sul campo, come quella realizzata ad Ostia dall’Istituto Enriquez, un vero e proprio “Atlante della corruzione” o un video realizzato a Palermo, in occasione della giornata della legalità del 23 maggio scorso, dall’istituto Rossellini. Piccole grandi storie di chi ogni giorno lotta contro le mafie, la corruzione e le illegalità.

Presenti al convegno anche il vicepresidente dell’Anm Valerio Savio, Antonio Patrono della Direzione nazionale antimafia, i consiglieri del Csm Luca Palamara, Paola Balducci e Piergiorgio Morosini.