Un serrato e appassionato confronto sugli strumenti e le opportunità per promuovere la leadership femminile nelle organizzazioni, nella politica, nel mondo del lavoro ha caratterizzato la conferenza internazionale di Benevento dal titolo “Women in business”, promossa ed organizzata da Rossella Del Prete, docente di Storia Economica dell’Università del Sannio in collaborazione con la Federazione Italiana Donne Arti Professioni e Affari/Business Professional Women. Per tre giorni hanno dibattuto sul tema studiosi italiani e stranieri ( provenienti da Cuba, Norvegia, Belgio, Perù, Brasile, Lituania) e numerose personalità del mondo accademico, economico e politico. L’obiettivo: fare il punto sullo “stato dell’arte” della leadership femminile nell’imprenditoria e nell’economia dei paesi europei e internazionali. Competenze, consapevolezza, resilienza ed un pizzico di follia: le parole chiave della leadership femminile ma anche maggiore lavoro di squadra tra le donne e tra tutti gli stakeholder. Perché la differenza si fa solo con l’azione.“E’ stata una straordinaria opportunità di confronto – ha affermato Rossella Del Prete–in cui è emerso con forza la presa di coscienza che nasce dal desiderio di dare voce alle tante donne lavoratrici e che ci sprona ad organizzare ulteriori modi per mettere in rete le conoscenze personali. Non basta solo la formazione e l’acquisizione di competenze – continua la professoressa Del Prete – per affermarsi nel mondo del lavoro declinato al femminile, bisogna acquisire nuova consapevolezza cercando di fare massa critica di fronte alle opportunità che ci sono offerte”.
Alla tavola rotonda conclusiva dal titolo “Promuovere e valorizzare le competenze di leadership femminile nelle organizzazioni, nella politica e nel mondo del lavoro” hanno partecipato: Lella Golfo, Presidente Fondazione Bellisario; Pina Amarelli, Confindustria, Cavaliere del lavoro; Conceicao Barindelli, BPW Brasil; Maria Grazia Biggiero, Responsabile Coaching Club AICP Campania; Rossella Del Prete, Università degli Studi del Sannio; Edith Vervliet, Mananging Director SPI bvba; Roberta Vitale, Vicepresidente Gruppo Giovani ANCE (Associazione Nazionale Costruttori Edili). Al termine della conferenza è stato istituito il Premio “Elda Rubbo” per l’artigianato e l’imprenditoria femminile dedicato ad una imprenditrice sannita “Era il 1947e in pochi anni Elda Rubbo,originaria di Pontelandolfo, che a soli 23 anni – conclude Rossella Del Prete – ereditò dal padre l’industria laniera, facendola crescere per qualità ed originalità dei prodotti ma riuscì a far conoscere la sua industria ben oltre i confini nazionali, partecipando a Fiere e mercati internazionali”.
Su molte questioni si è soffermata nell’intervista che segue Lella Golfo, presidente della Fondazione Marisa Bellisario ed autrice della Legge 120/2011 sulle quote di genere.
E’ cambiato e come il ruolo delle donne nella società?
“Moltissimo. Lavoro da oltre 25 anni per le donne, con le donne e per la loro promozione e, dal mio osservatorio, dico decisamente sì”.
Passi avanti sono stati fatti sul piano legislativo?
“Vogliamo parlare della legge sulle quote di genere che porta la mia firma? Un provvedimento che ha rivoluzionato l’Italia. Quando ho presentato la proposta di legge avevamo solo 167 donne nei consigli di amministrazione contro 2080 uomini. Oggi abbiamo quasi 2000 donne nei board di tante società importanti. Le abbiamo convocati, come Fondazione Bellisario, il 9 novembre a Milano presso la Borsa per fare il punto della situazione e per discutere di strategie. Queste donne rimandano giù l’ascensore per fare salire le altre donne”.
Dal suo osservatorio privilegiato c’è una differenza tra Nord e Sud?
“Purtroppo si, ed è enorme. Quando guardiamo al Mezzogiorno il pensiero va immediatamente alla disoccupazione in generale e a quella femminile in particolare, perché la parità di genere in quest’area, dal punto di vista del lavoro, non esiste. Al contrario di quanto avviene in regioni come la Lombardia, l’Emilia Romagna, il Veneto, dove più o meno la soglia è del 60%, in linea con il trattato di Lisbona. Al Sud invece è una tragedia. Se non ci si rende conto di questo e non si inverte la tendenza, l’Italia non crescerà”.
Il ruolo della politica quanto incide? L’attuale Governo che annovera molti ministri donne potrà favorire l’affermazione e l’occupazione femminile?
“E’ una domanda difficile ma non mi voglio sottrarre alla risposta. Sicuramente le donne nel governo Renzi, nel bene e nel male, stanno dimostrando di saper lavorare concretamente, hanno degli obiettivi. Forse non sono ancora sufficientemente convinte del ruolo delle donne perché hanno più una visione a 360 gradi della situazione politica in generale e , secondo me, stanno dimostrando di essere all’altezza. Mi riferisco a Maria Elena Boschi e al suo lavoro per la riforma del Senato. Sono donne giovani ed hanno una visione diversa rispetto a quella che abbiamo noi, rispetto cioè alle donne più mature. Alcune cose per loro sono scontate ma sono convinta che con loro si potrà ragionare”.
Quali azioni immediate a favore delle donne?
“Bisogna incentivare l’ingresso delle donne nel mondo del lavoro, questo farebbe crescere il PIL del 20 per cento. Un Paese, come il nostro, che vuole crescere, svilupparsi – e l’augurio di tutti è che ciò accada nel più breve tempo possibile – non può nella maniera più assoluta, non avere le donne come alleate. Questa crescita, questa svolta, senza le donne non si può fare. Ecco: senza le donne non si cresce, sono veramente fondamentali e Renzi lo ha capito. La mia legge ha messo al centro la questione:per la prima volta abbiamo donne presidenti in società importanti e quotate come Poste, Eni, Terna, Enel. Non era mai successo nella storia di questo Paese, anche se bisogna osare di più. Vanno benissimo le donne presidenti ma vorremmo anche qualche amministratore delegato..”
Un consiglio alle donne del Sud..
“Io provengo dal profondo Sud, cioè da Reggio Calabria, e dico con forza che non bisogna rassegnarsi ma essere determinate, avere degli obiettivi ed una volta coscienti di questo: correre correre.. correre..
Ma correre senza politiche adeguate..?
“E’ chiaro che non c’è solo una responsabilità del governo nazionale. Dobbiamopretendere che le risorse regionali vengano spese meglio, per la formazione e la cultura di impresa. I posti fissi ormai sono finiti, aiutiamo dunque a far sviluppare le microimprese, la piccola bottega.Le donne del Sud sono avanti nell’agricoltura, le imprese sono a maggioranza guidate da donne e da giovani, aiutiamoli, sosteniamoli con strumenti e politiche mirate. Da parte della politica ci vuole dunque una spinta in più, una coscienza maggiore e, come meridionali, non piangiamoci addosso bensì reagiamo con determinazione”.