Tra Napoli e la penisola sorrentina, si estende un territorio che fin dall’antichità ha raggiunto altissimi livelli di civiltà, arricchendo la già rigogliosa natura dei luoghi con preziose testimonianze della sua cultura. Ricordando questo glorioso passato, l’Associazione Culturale NarteA ha ideato un evento culturale per far riscoprire la storia della settecentesca Villa Bruno e Villa Vannucchi. All’insegna del teatro e del divertimento, domenica 3 luglio (inizio ore 19:00) si alza il sipario per Due “Ferdinandi” alla corte dei Borbone, una visita guidata teatralizzata per rivivere le ville vesuviane del Miglio d’oro a partire da San Giorgio a Cremano, dove furono realizzate le due statue equestri dei Borbone presenti oggi in piazza del Plebiscito.
Palcoscenico d’eccezione è appunto la nobile dimora settecentesca che fu costruita dai Pignatelli di Monteleone e da questi venduta ai Lieto, che ospitarono per la villeggiatura il Cardinale Ruffo Scilla, arcivescovo di Napoli nonché parente del famoso cardinale sanfedista Fabrizio Ruffo. Nel 1816 la famiglia Righetti acquistò la casa e allestì la fonderia che lavorò alacremente per il regno: tra il 1819 e il 1822 si realizzò la statua equestre di Carlo III su modello del Canova; nel 1822 si eseguì il secondo cavallo e solo nel 1827, su modello dello scultore, Antonio Cali, fu realizzata la statua di Ferdinando IV. Due anni più tardi le statue furono collocate in piazza del Plebiscito dinanzi al palazzo reale di Napoli.
La visita guidata teatralizzata, scritta e diretta da Febo Quercia, con gli attori professionisti Luigi Credendino, Sergio Del Prete, Annalisa Direttore, Adriano Falivene, Stefano Ferraro e Valeria Frallicciardi in abiti storici di Antonietta Rendina, sarà una vera e propria rievocazione storica di un giorno alla corte dei Borbone. Il pubblico diventerà protagonista della storia di quel luogo: immersi nelle atmosfere settecentesche, gli ospiti saranno trasportati nei vari ambienti dell’antico sito vesuviano alla riscoperta di vicende e leggende legate anche alle “scappatelle” del Re più discusso della storia del regno: Ferdinando IV di Borbone.
Nulla succede per caso: e se a corte, per un equivoco (o per voluta emulazione) nella stessa residenza si incontrassero due “Ferdinandi” IV di Borbone? Come si potrebbe riconoscere l’autentico Re “nasone”? Terzogenito di Carlo III di Borbone, chiamato anche ‘o Re “piccirillo” perché salì al trono a soli 8 anni, fece oltremodo parlare di se durante i suoi sessantacinque anni di regno. Si racconta che amasse molto la caccia ma anche travestirsi per mischiarsi con il popolo. In netto contrasto il carattere della sua sposa, l’austriaca Maria Carolina, che non tardò ad imporsi nelle scelte politiche che influenzarono non poco la vita del regno. Tuttavia, anche altri personaggi ebbero un ruolo di rilievo nella vita di Ferdinando.