Palermo, 4 dic. (askanews) - Maxioperazione antimafia stamani a Palermo, dove la Direzione Distrettuale Antimafia ha disposto il fermo di 46 persone sospettate di aver fatto parte di Cosa nostra. I carabinieri del Comando provinciale hanno smantellato quella che si ritiene essere stata la nuova “cupola”, ovvero il vertice di Cosa nostra, quella commissione provinciale palermitana che decideva le “linee guida” della mafia palermitana. Gli indagati sono accusati di associazione mafiosa, estorsioni consumate e tentate, fittizia intestazione di beni, concorso esterno in associazione mafiosa. In manette è finito anche quello che è ritenuto il “nuovo capo” della commissione provinciale, Settimo Mineo, capo mandamento di Pagliarelli.   I contenuti dell'operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che si terrà alle 11 di oggi al Palazzo di Giustizia di Palermo, alla presenza tra gli altri del procuratore nazionale antimafia Cafiero De Raho, del procuratore di Palermo Lo Voi. Xpa

E’ stato sgominato dalla polizia un vasto giro di squillo straniere in provincia di Cosenza. All’alba di oggi la squadra mobile della Questura di Cosenza, con il supporto del Reparto Prevenzione Crimine Calabria Settentrionale, ha dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misura cautelare personale emessa il 28 dicembre scorso su richiesta della procura di Cosenza, a carico di sette persone ritenute responsabili, a vario titolo, di favoreggiamento e sfruttamento aggravato della prostituzione. Per quattro persone il gip ha disposto gli arresti domiciliari, mentre per le altre ha disposto la misura dell’obbligo di presentazione alla p.g.. Dalle indagini, partite nel maggio 2017, è emerso che le prestazioni sessuali venivano pubblicizzate attraverso annunci sul web.
Dalle indagini è emerso che, dal luglio 2015, gli indagati favorivano e sfruttavano, anche in tempi diversi, prostitute perlopiù sudamericane o romene. Le squillo si prostituivano in appartamenti a Rende nelle disponibilità degli indagati. Uno dei soggetti destinatari di misura cautelare, secondo l’accusa, ‘lavorava’ come ‘’tassista tuttofare’’ delle prostitute. Una donna, oltre a prostituirsi, reclutava altre donne da avviare al giro di prostituzione. Sempre secondo le indagini, nell’ottobre 2017 altri indagati favorivano la prostituzione di donne romene alla quali un altro indagato aveva locato un appartamento a Rende.