Uber? È sulla buona strada per poter sbarcare sui mercati regolamentati nel 2019, ha dichiarato l’amministratore delegato della compagnia, Dara Khosrowshahi.
“Siamo in una buona posizione in termini di profilo aziendale, di redditività e di margini, che continuano a migliorare” – ha affermato Khosrowshahi alla CNBC, per poi aggiungere che la società può vantare un bilancio “molto forte”.
“Penso che siamo in pista per una IPO nel 2019”, ha dichiarato, “molte cose possono accadere nel mondo ma abbiamo anche un buffer ragionevole, e ritengo dunque che possiamo ritenerci in una buona posizione”. L’amministratore delegato ha poi precisato in un secondo momento che sta puntando a una IPO durante la seconda metà del 2019, spegnendo così i facili entusiasmi di chi riteneva uno sbarco in Borsa nella prima parte del prossimo anno. Peraltro, nello stesso frangente sono stati pubblicati nuovi rumor secondo cui Uber potrebbe diventare quotata a Wall Street solo nella parte finale del 2019, considerato che la società non ha ancora iniziato a contattare le banche per il proprio road show e per la predisposizione della documentazione necessaria.
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Tornando a Uber, la scorsa settimana la società ha comunicato i propri dati, concludendo di poter godere di una forte crescita dei ricavi e di una riduzione delle perdite grazie a un buon primo trimestre del 2018. La società ha rivelato che i ricavi netti sono aumentati del 67% su base annua e che le perdite si sono ridotte del 49% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Numeri che, peraltro, non tengono conto del guadagno da 3 miliardi di dollari nel trimestre, derivante dalla vendita delle attività di Uber nel sud-est asiatico alla rivale Grab, e di una fusione commerciale in Russia con Yandex.Taxi.
Il CEO ha dichiarato inoltre che sta cercando di rivedere il proprio team gestionale, ricostruire il marchio e migliorare il prodotto prima che la società diventi disponibile sui mercati regolamentati: tra le novità che dovrebbero essere garantite nel breve periodo, l’assunzione di un direttore finanziario.
Khosrowshahi ha infine parlato anche di Warren Buffett, che in precedenza affermò di essere un ammiratore del CEo di Uber. Affermazioni che, in sostanza, erano una sollecitazione a un dossier di Bloomberg secondo cui la propria società, la Berkshire Hathaway, aveva offerta a Uber un investimento di 3 miliardi di euro all’inizio di quest’anno. Buffett ha dichiarato che alcuni dei dettagli riportati “non erano corretti”, ma ha confermato che la sua azienda ha intrattenuto colloqui con Uber. I colloqui sono infine stati confermati anche da Khosrowshahi, che ha poi aggiunto che “uno dei miei obiettivi di business è quello di convincere Warren Buffett a investire in qualcosa in cui sono coinvolto e, finora, ho fallito”. Khosrowshahi ha comunque dichiarato che è possibile che i colloqui con Berkshire possano riprendere, un giorno o l’altro, ma di ritenere che Uber non rientri nel tipico investimento di Warren Buffett.