di SIMONA D’ALBORA
Un nome francese per la tradizione teatrale e musicale napoletana, si perché il nome Trianon deriva dal villaggio francese acquistato e poi distrutto da Luigi XIV per annetterlo al parco della reggia di Versailles. Nel 1911 sarà proprio questo nome ad essere adoperato per intitolare il teatro che nasce nel cuore del Centro Storico, tra Forcella e Castel Capuano e così l’8 novembre del 1911 Miseria e Nobiltà, con Vincenzo Scarpetta per la prima volta nel ruolo di Felice Sciosciammocca, inaugura il teatro Trianon, che verrà eletto a teatro della borghesia napoletana.
Nella ricca storia centenaria del Trianon, aperta alla programmazione più ampia (dall’opera all’operetta, dal dramma al varietà), si segnala anche lo sviluppo della sceneggiata negli anni Trenta, con la compagnia residente di Salvatore Cafiero e di Eugenio Fumo, con una ripresa revivalistica negli anni Settanta (e proprio in questo teatro debutta, tra gli altri, il giovane Mario Merola).
Nel ventennio fascista, che proibiva l’uso dei nomi stranieri, il teatro verrà ribattezzato “Trionfale” ma, negli anni ’40 subirà non solo un ulteriore cambio di nome, ma anche di destinazione d’uso. Nel 1940 il teatro Trianon verrà acquistato da Gustavo Cuccurullo e verrà trasformato in sala cinematografica: il cinema Splendore.
Cinquanta anni dopo, un pronipote, omonimo del precedente, riporta la sala, divenuta un cinema a luci rosse, all’antica funzione. La ristrutturazione è firmata dall’architetto Massimo Esposito. Il nuovo Trianon, che si pone l’obiettivo di diventare «teatro della canzone napoletana», è inaugurato il 7 dicembre 2002 con Eden teatro di Raffaele Viviani, nella «riscrittura melodrammatica» e regia di Roberto De Simone. Viene scissa la proprietà del teatro dalla gestione delle attività, rispettivamente con le società Trianon e Trianon scena. Nella prima di queste entra la Provincia di Napoli (con la quota del 40,43%). Sul piano artistico, dopo De Simone, il teatro si avvale della consulenza artistica di Peppe Vessicchio.
Nell’aprile del 2006 la Regione Campania rileva il pacchetto di maggioranza della proprietà del teatro (59,57%) e inizia così la nuova storia del Trianon come struttura pubblica. La nuova società cambia il nome, come il teatro, in «Trianon Viviani» e assume anche la gestione delle attività. La direzione artistica è affidata a Nino D’Angelo, che rimane in carica fino al 2010.
Nel 2012, un piano di riconversione, che fa sèguito a un difficile periodo di crisi finanziaria, lo connota come «teatro della musica a Napoli», con la presidenza di Maurizio D’Angelo e la direzione artistica di Giorgio Verdelli.
E se rinascesse come scuola di musica dedicata a Pino Daniele?