Torna in carcere la ricercatrice universitaria libica fermata lo scorso dicembre dalla Digos a Palermo. La Polizia di Stato ha eseguito ieri pomeriggio la misura della custodia cautelare in carcere a carico di Khadiga A. Shabbi, cittadina libica, classe ’70, residente nel quartiere dell’Albergheria, per aver pubblicamente istigato a commettere più delitti in materia di terrorismo, attraverso strumenti informatici o telematici. L’arresto è scattato a conclusione del complesso iter giudiziario, con la conferma da parte della Corte di Cassazione del provvedimento del Tribunale del Riesame di Palermo che aveva annullato l’ordinanza con cui il GIP aveva disposto per la donna l’obbligo di dimora e non la custodia cautelare in carcere come richiesto dalla Direzione Distrettuale Antimafia- Dipartimento Antiterrorismo di Palermo. All’epoca dei fatti Shabbi fu considerata ”cellula dormiente” vicina all’organizzazione ”Ansar Al Sharia Libya”, sostenuta economicamente con una borsa di studio dall’Ambasciata Libica in Italia, iscritta al dottorato di ricerca in Scienze economiche aziendali e Statistiche della Facoltà di Economia dell’Università agli Studi di Palermo. La donna, originaria di Bengasi, “è legata ai ribelli dal punto di vista ideologico e ad altri soggetti, presumibilmente ”foreign fighters”, presenti anche nel territorio nazionale ed europeo (Gran Bretagna, Belgio e Turchia), che, come lei -rilevano alla Polizia- esaltano il radicalismo religioso e le milizie combattenti in Libia”