Uno scontro a fuoco, un poliziotto ucciso, altri due feriti, di cui uno alla testa, un aggressore morto e forse un altro in fuga. Alle nove di sera Parigi piomba di nuovo nella paura. A tre giorni dalle presidenziali più incerte della storia francese, mentre negli studi di Tf2 gli undici candidati si contendono gli ultimi indecisi nell’ultimo appuntamento tv, in uno dei luoghi simbolo della capitale francese, sugli Champs-Elysées, va in onda una scena già vista. A tarda notte la parte alta degli Champs-Elysées, verso l’Arco di Trionfo, è ancora bloccata al traffico e invasa dalle auto della polizia e dai blindati. François Fillon, candidato della destra, chiede di sospendere la campagna elettorale. Lo Stato islamico rivendica l’azione sul suo organo di propaganda Amaq e rende omaggio al « soldato caduto»: Abu Yousef al-Belgiki, « il belga». Si viene a sapere, intanto, che il killer prima di uccidere aveva scritto su Telegram: «Ora colpisco». «Sembravano petardi – racconta una commessa sugli Champs-Elysées-. Una serie di petardi in lontananza. Ma in pochi attimi si è scatenato l’inferno: gente che urlava e piangeva, correndo in tutte le direzioni. Cinque minuti dopo c’erano poliziotti ovunque, anche in borghese. C’era un uomo a terra».