“C’e’ il rischio di trasformare la Terra dei fuochi in una grande torta di cui tutti vogliono un pezzo”. E’ l’allarme lanciato da Antonio Giordano, scienziato napoletano da tanti anni negli Usa, dove dirige lo Sbarro Institute for Cancer Research and Molecular Medicine e il Centro di biotecnologia del College of Science and Technology, Temple University di Philadelfia. Giordano e’ stato tra i primi nel 2008 a studiare il legame tra i tumori della popolazione della Terra dei fuochi e l’inquinamento prodotto dai roghi dei rifiuti, lanciando poi l’allarme sul grave rischio.
Pochi giorni fa la rivista ‘Nature’ in un editoriale intitolato ‘Un’eredita’ tossica’, ha acceso i i riflettori sull’emergenza rifiuti nell’area fra Napoli e Caserta, proponendo di trasformare questa zona in un laboratorio a cielo aperto per un programma di ricerca e biomonitoraggio con i fondi che la Commissione europea ha stanziato per la regione. “Non c’e’ nulla di male sulla proposta dei fondi Ue – chiarisce Giordano all’Adnkronos Salute – pero’ non si deve puntare a risolvere l’emergenza, ma a cambiare veramente le cose. Questo si puo’ fare se c’e’ il coinvolgimento delle tante professionalita’ che negli anni hanno denunciato e combattuto il disastro della Terra dei fuochi”.
“Tutti dovrebbero ricordarsi delle parole del presidente Napolitano – aggiunge Giordano – che parlando dell’emergenza della Terra dei fuochi ha ringraziato esplicitamente chi ha fatto ricerca indipendente e lavorato da anni su questa problematica. Ora quello che ha scritto e cerca di promuove ‘Nature’ appare come una presa d’atto tardiva di cio’ che e’ accaduto. L’Italia e’ un paese strano – chiosa l’esperto – quando esplodono casi come Stamina o la Terra dei fuochi si da’ visibilita’ non a chi da sempre si e’ battuto per la verita’, ma a persone che poco o nulla hanno fatto sul territorio. Cosi’ facendo – conclude – corriamo un grosso rischio, di creare una conflittualita’ e prestare il fianco al gioco delle lobby”.
Secondo Giordano, “e’ indubbio che i cittadini si attendono risposte di fronte all’aumento dei tumori e sull’accesso agli screening e alle cure. Ma dal mio punto di vista dovrebbe essere valutata la possibilita’ di istituire una commissione internazionale che valuti la qualita’ dei progetti di ricerca e le cure adeguate”, sottolinea ricordando il lavoro svolto da “persone che si sono sporcate le mani e hanno agito da subito, ad esempio – ricorda – il ricercatore Alfredo Mazza che da anni si occupa e studia questo disastro ambientale o Antonio Marfella dell’Ircss Fondazione Pascale di Napoli. Ma non possiamo dimenticare le denunce di Lega Ambiente e quello che fanno sul territorio i medici di base, da sempre in prima linea”. Anche il Festival internazionale del giornalismo di Perugia affrontera’ il tema, con la tavola rotonda ‘Terra dei Fuochi: 25 anni di mala politica, corruzione e connivenza tra politici e criminali’, in programma il 2 maggio alle 16.00, tra gli ospiti il ministro della Giustizia, ed ex ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando e il magistrato Raffaello Magi. E’ importante, sottolinea Giordano, “affrontare con nuovi paradigmi il grave disastro ambientale”.