Niente lezioni a scuola oggi per gli studenti che a Taranto frequentano gli istituti del rione Tamburi, il piu’ vicino all’insediamento dell’Ilva. E’ la prima misura scattata tra quelle annunciate ieri dal sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, del Pd, per contrastare gli effetti del Wind Day, ovvero l’eccesso di vento che provoca, dall’area del siderurgico, il sollevamento e il trasporto, verso il quartiere Tamburi, delle polveri minerali stoccate all’aperto dall’Ilva per la produzione dell’acciaio. E’ la prima volta che il Comune di Taranto dispone la chiusura delle scuole di questo rione a causa dell’inquinamento. Che si distingue in questo caso, proprio per la concentrazioni delle polveri, in cielo grigio ed aria irrespirabile. Sinora, col protocollo di Arpa Puglia e Asl Taranto, nelle giornate di Wind Day, molto frequenti a Taranto, sono scattate soprattutto misure precauzionali. Per esempio, alle scuole e alle famiglie residenti ai Tamburi e’ stato consigliato di non areare gli ambienti e di tenere le finestre chiuse negli orari di maggiore ventosita’, ma mai il Comune aveva disposto la chiusura delle scuole. Che sara’ ripetuta, annuncia il sindaco, ogni qualvolta si verifichera’ il Wind Day.
La chiusura degli istituti e lo stop alle lezioni, oltreche’ formalizzato con ordinanza del sindaco, e’ stata annunciata sin da ieri sera anche attraverso i tabelloni luminosi della viabilita’ posti nei punti di snodo e di alto transito della citta’. L’intervento per le scuole si inserisce, precisa il Comune, in una revisione delle regole alla base del protocollo dei Wind Day. Tale protocollo, risalente ad alcuni anni fa, prevedeva tra l’altro, proprio per contrastare lo spolverio, la diminuizione dell’altezza dei cumuli delle materie prime siderurgiche nei parchi minerali all’aperto, la bagnatura con sostanze filmanti, per trattenerne la volatilita’, degli stessi cumuli, la bagnatura delle piste di transito dei mezzi adibiti al trasporto nell’area dei parchi minerali e altri accorgimenti. Il Comune vuole adesso rivedere e rendere piu’ stringenti queste regole. Ma il sindaco di Taranto ha alzato il tiro sull’Ilva annunciando il ricorso al Tar del Lazio contro il Dpcm (Decreto presidente Consiglio dei ministri) che approva il piano ambientale Ilva a seguito della proposta fatta dalla nuova societa’ acquirente, Am Investco Italy di Arcelor Mittal e Marcegaglia. Nel ricorso, il Comune sara’ affiancato e sostenuto dalla Regione Puglia scesa in campo col governatore Michele Emiliano. La decisione di Melucci di impugnare il Dpcm Aia (Autorizzazione integrata ambientale) Ilva se da un lato ha raccolto il consenso degli ambientalisti, dall’altro vede la disapprovazione del Governo che con i ministri Gian Luca Galletti (Ambiente) e Carlo Calenda (Sviluppo economico) ricorda al sindaco di Taranto che proprio quel Dpcm avversato, contiene la prescrizione, al nuovo investitore, di far coprire il parco minerali in 36 mesi nonche’ tutti gli altri interventi di risanamento ambientale dal valore di oltre un miliardo. E fonti vicine all’Ilva hanno poi aggiunto che proprio durante l’amministrazione straordinaria sono state completate tutte le operazioni preliminari, tra conferenze dei servizi, progettazioni e rilascio delle autorizzazioni, per avviare la copertura del parco minerali