“A seguito della vicenda giudiziaria che mi vede raggiunto da ipotesi di reato a cui gli organi di informazione hanno dato vistosa e comprensibile evidenza, avverto il dovere verso l’opinione pubblica, l’istituzione di cui faccio parte e per la mia famiglia di proclamare la mia totale estraneità alle ipotesi che sono state formulate”.
Lo si legge in una nota firmata dal generale di Corpo d’Armata Vito Bardi, comandante in seconda della Guardia di finanza, indagato nell’ambito dell’inchiesta che ha portato all’arresto per concussione del comandante della Gdf di Livorno, Massimo Mendella. “Nei miei 47 anni di servizio, che rappresentano un’intera vita trascorsa a presidio della legalità , non sono mai venuto meno ai più saldi principi di lealtà , trasparenza e rettitudine – aggiunge Bardi – Sono consapevole che le superiori esigenze della Giustizia richiedono rispetto assoluto ed a questo principio mi attengo fermamente con una ‘sofferta serenità ‘ in attesa che l’accertamento della verità abbia il proprio corso, con fiducia nell’attività degli inquirenti”. “In questo spirito – conclude il generale – rinnovo la mia totale disponibilità ad offrire ogni elemento utile al riconoscimento della verità , anche a mezzo dei miei legali. Auspico la più celere definizione della mia posizione -conclude Bardi – sicuro che al termine del mio mandato lascerò il Corpo con l’onore che la mia storia integerrima di servitore dello Stato mi impone di salvaguardare”.