Politica interna
Salvini: «Il nome Lega non si tocca» Matteo Salvini nella roccaforte della Bèrghem Fest di Alzano Lombardo.assicura: «Il nome Lega non si tocca, non facciamo politica in base ai soldi o alle sentenze», Così il nuovo partito nazionale che presto nascerà – dall’unione della Lega Nord, ancora presente in 11 regioni settentrionali e centrali, e dei 9 spezzoni territoriali nati nel Centro-Sud a partire dal 2014 – potrebbe comunque mantenere il brand «Lega». Allo studio ci sono molte ipotesi: quelle tradizionali – «Lega nazionale» e «Lega delle leghe» (non «Lega Italia» già prenotata dall’avvocato Carlo Taormina) – oppure quella incentrata sul leader (già esiste la «Lega Salvini premier») senza escludere però slogan ad effetto, come «Prima gli italiani». Alla festa della Lega, Salvini Ribadisce la linea di fermezza sull’immigrazione: «Al procuratore di Agrigento che mi indaga per sequestro di persona vorrei dire che se domani arrivasse un’altra nave come la Diciotti, farei esattamente la stessa cosa. L’anno scorso, dal primo giugno al primo settembre, ci furono 40mila sbarchi, quest’anno seimila. Penso che un giudice di Agrigento impiegherebbe meglio i soldi degli italiani indagando un mafioso e non Salvini».Ma si sofferma soprattutto sul programma economico della Lega e sulla manovra finaziaria:«Supereremo la soglia del 3 per cento? A noi interessa fare le cose che servono per la gente, i numeri vengono dopo. Cercheremo nel limite del possibile di rispettare i vincoli dell’Europa, ma prima viene il benessere degli italiani. Il 3 per cento diciamo che lo sfioreremo. Dolcemente. Lo vedremo», confermando che la priorità del Governo deve essere l’avvio della riforma fiscale e l’introduzione della flat tax
Pd, Zingaretti: mai alleati con i 5 Stelle «È evidente che non voglio allearmi con i 5 Stelle: li ho sconfitti 2 volte. Voglio parlare con chi ci ha abbandonato, voglio capire perché. Dobbiamo combattere, altro che subalternità. E subalterno chi nella battaglia interna usa gli stessi strumenti che critichiamo nei 5S». Nicola Zingaretti ieri ha deciso di spegnere gli allarmi innescati dall’ala renziana del Pd in merito a una sua tentazione «dialoghista» con i grillini. Così come ha negato di avere intenzione di «porre il problema del nome di questo partito»: «Voglio fare il segretario del Partito democratico. Il resto sono caricature». Anche Dario Franceschini,intervistato dal Corriere della Sera, smentisce ogni ipotesi di alleanza con i 5 Stelle, ma rilancia la linea del dialogo in particolare con quella parte dell’elettorto pentastellato che in passato aveva votato per il Pd: «Gran parte degli elettori del Movimento hanno votato in passato per noi. Se siamo arrivati dal 41 per cento al 18 in 4 anni un motivo ci sarà. Non è che quegli elettori sono diventati improvvisamente dei pericolosi reazionari. Quindi è necessario un lavoro di recupero». E sul processo di rifondazione del Partito democratico, invoca un congresso in tempi brevi: «Sì, entro febbraio o marzo al massimo, ricordandoci però che il Congresso non è solo l’elezione del leader. Dobbiamo ridiscutere tutto».
Economia e finanza
Legge di Stabilità, il confronto nel Governo L’assalto alla fortezza del ministero dell’Economia comincerà questa settimana. E si preannuncia deciso. Ieri idue vicepremier Di Maio e salvini sono tornati a mettere in discussione il rispetto dei vincoli di bilancio. «Sfioreremo il 3 per cento senza però superarlo, come solo i grandi artisti sanno fare», ha detto a sera tarda Salvini partecipando alla festa della Lega ad Alzano Lombardo, in provincia di Bergamo. E Luigi Di Maio alla festa del Fatto, ha ribadito che l’obiettivo principale dell’azione di governo è il reddito di cittadnanza: «Il reddito di cittadinanza si farà nel 2019, nella legge di Stabilità ci saranno le coperture per aiutare cinque milioni di poveri». Aggiungendo: «Tra le agenzie di rating e i cittadini, sceglieremo sempre gli italiani». tria, dal canto suo, ha smentito nel corso del suo viaggio in Cina, che il deficit 2019 possa addirittura sfondare il 3% del Pil, ma per contenere le richieste di Lega e 5 Stelle, ha bisogno di una sponda che cercherà innanzitutto nel presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.
I bilnaci delle imprese italiane Aumentano il valore della produzione e gli indici di redditività senza far crescere l’indebitamento. Diminuisce l’incidenza del prelievo fiscale, soprattutto dal 2016 al 2017. I settori che dominano nella classifica del fatturato sono la manifattura e il commercio, mentre le regioni trainanti, sia per ricavi, sia per imposte versate, sono Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Piemonte. È la fotografia che emerge da una prima ricognizione dei bilanci 2017 depositati al Registro delle imprese fino al 31 luglio 2018.
Politica estera
Libia, Sarraj proclama lo stato d’emergenza Il governo di Tripoli dichiara lo “stato d’emergenza”. Per una guerra fra milizie che è iniziata quasi come una scaramuccia, ma che rischia di far collassare il castello del potere politico di Fayez Serraj. Ieri Abdel Rahim Al Kani ha lanciato il suo ultimatum: il capo della “Settima Brigata”, la milizia di Tarhuna che sta provando ad “allargarsi” a Tripoli, ha annunciato che presto lancerà dal Sud l’assalto per conquistare il quartiere di Abu Salim. Se davvero la Brigata di Tarhuna attaccherà la debole milizia che difende Abu Salim anche le altre brigate di Tripoli si faranno avanti, e allora a Tripoli sarà guerra aperta. L’incertezza dell’evoluzione militare in Libia rischia di pregiudicare i tentativi di mediazione italiani. Non è neppure chiaro se si riuscirà a tenere a Roma la preannunciata conferenza entro la fine di settembre. La possibilità sempre più reale dell’eclissi di Sarraj toglierebbe all’Italia il suo partner storico. Un passo importante potrebbe rivelarsi l’incontro, previsto ma senza una data specifica, tra il ministro degli Esteri italiano Moavero e Haftar. Sino ad ora infatti i contatti pubblici del nuovo governo italiano sono stati unicamente con la coalizione di unità nazionale di Tripoli e in particolare con il vice-premier Ahmed Maiteeq (che dovrebbe tornare a vedere Matteo Salvini a Roma questa settimana), considerato uno degli avversari più acerrimi di Haftar.