Politica interna
Lega. Se la magistratura conferma la sentenza sul sequestro dei fondi alla Lega, il 6 settembre siamo finiti”. E’ molto chiaro Giancarlo Giorgetti, ospite di Peter Gomez nel corso della festa de Il Fatto Quotidiano alla Versiliana. il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio aggiunge: “La magistratura ha già sequestrato tutti i soldi che avevamo. Il punto è se verranno presi anche i proventi futuri: noi contestiamo il fatto che questo avvenga di fronte a una sentenza che non è definitiva, ma solo di primo grado”. Se dovesse andare in porto l’ipotesi restyling, diversi i nomi possibili, dal già registrato “Lega per Salvini premier”, al “Lega Nazionale”, al “Lega Italia”. Con sullo sfondo l’idea dell’opa sull’intero centrodestra e su Forza Italia in particolare di cui si parla da tempo. “Le idee di Salvini e della Lega sono più attrattive di altri, tipo FI. Il fatto che la Lega cresca e gli altri diminuiscano crea di fatto la Lega come partito di riferimento del centrodestra. Se portiamo via elettori, non è colpa nostra, ma loro”, ha spiegato proprio Giorgetti. Ma da Forza Italia lo scenario viene respinto con decisione.
Pd. Nel dibattito interno al Pd tiene banco la proposta di cambio di nome al partito, proposta lanciata da Carlo Calenda e rilanciata anche dalla renziana Alessia Morani. E ieri ospite della festa de Il Fatto Quotidiano, anche Nicola Zingaretti non ha bocciato l’ipotesi: “A un soggetto politico — ha spiegato il governatore del Lazio — corrisponde un nome politico. Perciò non lo escludo, ma solo alla conclusione di un percorso in cui vedremo che cosa siamo diventati. Se questo percorso porterà a un’identità diversa, vedremo anche se sarà da cambiare il nome al Pd”. Contrario invece Paolo Gentiloi: “Calenda è un uomo in gamba ed è stato certamente uno dei migliori ministri, ma quando dice che dobbiamo cambiare il nome del Pd non mi convince. Il Partito democratico va cambiato, non archiviato. Di fronte a una crisi il problema non è di marketing, ma di simbolo”. Intanto il segretario Martina annuncia una manifestazione nazionale il 29 settembre: “Lanciamo un messaggio di riscossa ai tanti italiani che aspettano il passo avanti. Non è più il momento solo di dire ma di fare. Il Pd deve buttarsi corpo a corpo, fisicamente, nel Paese reale, là dove si manifestano i bisogni, e offrire la piazza a chi vuol lavorare insieme per la speranza contro l’odio”. Un parere poi sulla candidatura di Zingaretti (“Tutte le candidature, certamente anche quella di Nicola, sono un contributo fondamentale”).
Politica estera
Missione Sophia. Il ministro degli Esteri italiano, Enzo Moavero che ha partecipato ieri a Vienna alla riunione informale (Gymnich) dei capi delle diplomazie europee è fiducioso del fatto che sarà la riunione del 20 settembre a Salusbugo a sbloccare la questione dei porti di sbarco dei migranti. La modifica dell’operational plan di Sophia era stata sollecitata all’inizio dell’estate dal nostro Paese al Cops per evitare che tutti i migranti salvati venissero fatti sbarcare nei nostri porti come prevedeva inizialmente la missione di Frontex Triton; ieri Moavero, dopo le iniziali resistenze, ha incassato la sostanziale disponibilità dei colleghi ad affrontare il tema, ammorbidendo al contempo la posizione italiana dopo gli ultimatum di Salvini. Moavero Milanesi a margine del vertice si è a lungo confrontato con il ministro degli esteri spagnolo Josep Borrell, per ricucire uno strappo diventato evidente nell’ultimo periodo, e ha poi tentato un riavvicinamento anche con Malta, scusandosi con il collega Carmelo Arbela per le minacce subite via web all’ambasciatrice maltese in Italia.
Ue. Angela Merkel ha deciso di appoggiare Manfred Weber, presidente dei deputati popolari all’Europarlamento, come candidato di punta del Ppe per le elezioni europee del 2019; Weber diventa quindi favorito per la successione a Juncker a guida della Commissioen europea; la decisione della Cancelliera segue un incontro a tre con lo stesso Weber e il presidente del Ppe Joseph Daul. Portare un tedesco alla presidenza della Commissione è un obiettivo strategico per Angela Merkel, che ha rinunciato a sostenere la candidatura di Jens Weidmann al vertice della Bce, puntando tutte le sue carte sulla guida dell’esecutivo comunitario, anche se Weber non era la prima scelta della Cancelliera, che avrebbe voluto spingere invece il fedelissimo Peter Altmaier, attuale ministro dell’Economia. Intanto si apre il dibattito sulla proposta della Commissione Ue di superare il passaggio tra ora legale e ora solare. 4,6 milioni di cittadini hanno risposto a una consultazione pubblica nel corso delle passate settimane, e l’84% si è detto favorevole a superare il doppio orario. L’esecutivo europeo ha dato così una prova, attraverso una delle poche formule a sua disposizione in assenza di legittimazione elettorale diretta – e cioè interpellando l’opinione pubblica – di quel processo di democratizzazione che viene giustamente invocato da tanti.
Economia e Finanza
Fitch. L’agenzia di rating Fitch non ha modificato il giudizio di affidabilità sul debito pubblico italiano, pari a BBB, basso a a distanza di sicureza dai “titoli spazzatura” che né la Bce né i grandi fondi possono comprare. Peggiora però l’outlook, cioè la prospettiva, da “stabile” a “negativa”. All’origine di quest’ultima decisione, scrive Fitch, il fatto che “il debito pubblico rimarrà molto alto lasciando il Paese esposto a potenziali shock”. L’agenzia parla di “natura nuova e non collaudata del governo”, di “considerevoli differenze politiche fra i partner”, di “contraddizioni fra gli alti costi dell’attuazione degli impegni presi nel contratto e l’obiettivo di ridurre il debito”, e si spinge a parlare di “aumento della possibilità di elezioni anticipate dal 2019”, un rischio che oltretutto “renderà più difficile per i partiti fare compromessi che scontentino le loro basi politiche”. Intanto dopo l’impennata di ieri, continua a salire lo spread, che si è attestato a 291 punti base. In salita anche il rendimento del Btp decennale al 3,26%. Tensione pure sui titoli più a breve scadenza: per il BTp a due anni lo spread si è portato a 202 punti (giovedì mattina in apertura era 173 punti) con un tasso di rendimento all’1,4%.
Dati Istat. Secondo i dati Istat, a luglio gli occupati sono scesi di 28 mila unità, di 41 mila quelli a tempo indeterminato, e la contrazione interessa le donne e la fascia d’età centrale 15-49 anni, a testimonianza delle difficoltà in ingresso, ma anche delle crisi e riorganizzazioni aziendali ancora in corso. Gli impieghi a termine rallentano sensibilmente la crescita, +8mila occupati temporanei a luglio, dopo i +16mila di giugno (pratica Boom di inattivi. Il tasso di disoccupazione scende al 10,4% ma a pesare è la crescita del numero degli inattivi: +89mila, uomini che donne, e tutti nella fascia d’età 15-49 anni. Peri giovani il tasso di disoccupazione si riduce di un punto, 30,8%, al minimo da ottobre 2011; restiamo, tuttavia, terz’ultimi nell’area Euro. Confermato poi il rallentamento dell’economia italiana: nel secondo trimestre 2018 il Pil è cresciuto dello 0,2% rispetto al primo trimestre 2018; nel trimestre precedente la variazione era stata +0,3%. Rivista al rialzo, rispetto alle prime stime della fine del mese scorso, la crescita tendenziale (cioè rispetto al secondo trimestre 2017): +1,2% contro il +14% precedente (+1,4% era stata invece la variazione tendenziale nel primo trimestre 2018).