Su deliberato della Regione Calabria è stato bypassato il dibattito pubblico circa la progettazione della nuova SS106 in variante tra Simeri Crichi ed il Bivio Passovecchio. Sia chiaro, come Comitato non siamo mai stati contrari alle nuove opere! Tuttavia corre l’obbligo far notare, ancora una volta, come tale progetto, privato di una sua naturale logica prosecuzione verso nord e parimenti dicasi per il terzo megalotto verso sud, rappresenti l’ennesima battaglia vinta dal centralismo. Nessuno, ancora ad oggi, chiarisce il perché si prediligano interventi di piccoli segmenti infrastrutturali, avulsi dal concetto di territorio, uccidendo, di fatto ogni velleità di crescita armoniosa dello stesso, continuando, pertanto, in una becera visuale centralista che foraggia esclusivamente gli interessi in auge ai capoluoghi storici. Il nodo è sempre lo stesso! La mancata considerazione ed il conseguente disconoscimento dell’asse Sibari-Crotone, totalmente cancellato dalle mappe, ci lascia al contempo attoniti e basiti.
L’assessore Catalfamo entusista per la tratta Kr-Cz ma non presta la stessa attenzione per la Crotone-Sibari
È stato finanziato il progetto Roseto-Sibari ed inaugurato il cantiere già lo scorso maggio. Identica pianificazione per la tratta Crotone- Catanzaro, che incassa il parere favorevole della Regione Calabria. Sul punto notiamo la solerzia con cui l’assessore regionale Catalfamo parla di scelta pionieristica dell’asse Crotone-Catanzaro preannunziando operazioni di snellimento delle procedure. Chissà perché la stessa attenzione non sia prestata alla Sibari-Crotone! Atteggiamento vergognoso, discriminatorio, che conferma l’attuazione di un disegno precostituito di isolare la tratta jonica da ogni processo di sviluppo. Sarà l’unica carreggiata che non prevede le quattro corsie, ma solo rotatorie, così da danneggiare i flussi di traffico lungo l’asse magnograeco. Come Comitato esprimiamo apprezzamenti rispetto al megalotto 3, ed al futuro megalotto 6 ma rilanciamo sull’inoculatezza di non proseguire, contestualmente ai previsti interventi il congiungimento dei lembi di Crotone e Sibari. Magari optando per un tracciato più interno rispetto alla linea di costa, che accorcerebbe i tempi di percorrenza tra le due principali città joniche, rallentando se non debellando la problematica palesata dall’ultimo rapporto SVIMEZ che vede entro il 2050 la soccombenza di ben 30 comunità dell’entroterra jonico da Rocca Imperiale allo Steccato di Cutro. Magna Graecia dice basta alle progettualità prive di anima, alle proposte irriguardose del territorio ed alla perversa visuale centralista che persevera nel desertificare l’arco Jonico, ferendo la sua spina dorsale: l’asse Sibari–Crotone