Il problema dei rifiuti è fra le priorità che le amministrazioni devono affrontare. Abbiamo fatto un giro nei quartieri di Catanzaro dove da anni esistono discariche abusive. E’ vero che di tanto in tanto vengono ripulite. Ma poi tornano ad essere utilizzate da cittadini non curanti dell’ambiente in cui vivono. Le immagini raccolte in questi giorni raccontano una situazione al limite dell’emergenza.
Catanzaro, oltre ad ospitare una tra le più grandi discariche della Calabria, la cosiddetta “Discarica di Alli”, dall’omonimo quartiere in cui è situata e ad oggi l’unica ad essere autorizzata, ha il privilegio di poter accogliere varie discariche illecite grazie alla sensibilità di chi i rifiuti li semina per strada, presso gli argini dei fiumi o li deposita nei dirupi. Materiale di risulta, resti di elettrodomestici, vetro, plastica, vecchi arredi, eternit, montagne di gomme per auto, non possono essere gli addobbi che fanno da contorno ad una Città civile. In particolare, in contrada Petricciolo Alli c’è un canale (vedesi foto allegate) le cui pareti sono costituite da rifiuti e terra. Eppure ci sono gli appositi cassonetti di raccolta del vetro, di plastica e lattine, della carta e c’erano quelli per la raccolta dell’umido che venivano puntualmente riempiti di qualsiasi altra cosa, così come c’è un servizio per il prelievo del materiale ingombrante.
Perché, allora, non usufruire dei mezzi attualmente a disposizione?
Vero è che non esiste ancora un servizio di raccolta differenziata spinta, c.d. porta a porta ma questo non autorizza il mancato rispetto per il territorio.
Alli, (SP 13, contrada Petricciolo e contrada Giulivetto), così come altri quartieri della Città, Sala (traversa degli Angioini e via Contessa Clemenza), Siano (strada di transito al vecchio ponte), via Corrado Alvaro, Marina di Catanzaro (SS106, località Cantorato a ridosso del fiume Alli, area sottoposta a sequestro), hanno il “privilegio” di accogliere queste discariche non autorizzate rispetto alle quali le Istituzioni dovrebbero adottare un serio intervento inibitorio che scoraggi comportamenti alquanto discutibili di una ampia fetta di popolazione ancora insensibile e negligente alla materia ambientale.
Per poter ottenere i giusti risultati è necessario partire dalla sensibilizzazione e partecipazione della comunità. La terra e l’acqua non si inquinano da sé nè per un evento naturale o soprannaturale, ma per mano degli uomini, quegli stessi uomini che sono causa di tanto degrado. O forse la logica utilizzata è quella di delegare la pulizia agli altri, alle persone deputate a ciò, senza capire che prima di tutto esiste il dovere civico di non sporcare, sciupare nè danneggiare. Eh già perchè è di questo che si tratta:danneggiare la salute dell’ecosistema e di conseguenza quella umana. E’ imprescindibile, pertanto, partire da una responsabilità civile e contestualmente esigere la vigilanza dei luoghi incriminati ed una solerte rimozione dei rifiuti non solo al fine di limitare i danni ambientali e salutari, ma, per produrre un effetto deterrente diretto alla mancata reiterazione dell’illecito penale. A tal fine è bene specificare cosa si intenda per discarica abusiva. La sentenza della Corte di Cassazione (20 settembre 2012 n. 36021) configura il reato di discarica abusiva quando vi è un accumulo non occasionale e ripetuto di rifiuti, l’eterogeneità dei materiali ammassati, la definitività del loro abbandono ed il degrado dei luoghi ove i rifiuti vengono scaricati. Si rammenta, altresì, che ai sensi dell’art. 192 del D. lgs 152/06 sono vietati l’abbandono ed il deposito incontrollati di rifiuti sul suolo e nel suolo, così come è vietata l’immissione di rifiuti di qualsiasi genere, allo stato solido o liquido, nelle acque superficiali e sotterranee. Per tali illeciti la legge dispone la punibilità con sanzioni pecuniarie e/o restrittive della libertà personale così come previsto dall’art. 255 del D. lgs. 152/06.
E’ ora che le Istituzioni facciano sentire la loro presenza con interventi mirati sul territorio procedendo in primis con una mappatura dei siti inquinati ed èil tempo di prendere coscienza di considerare i rifiuti come risorsa economica attraverso il loro riutilizzo, solo così è possibile raggiungere l’obiettivo di una città pulita, ripristinando un senso civico.
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Ottima disamina. Ma se non cambiano coloro che stanno amministrando la nostra città negli ultimi 20 anni la vedo dura.