“La Regione dallo scorso mese di novembre
non paga le imprese edili che, nonostante tutto, hanno continuato a
garantire la prosecuzione dei lavori. Ma, già indebitatesi per
eseguire gli stralci non saldati, le nostre imprese hanno potuto
mantenere i cantieri, in tempo di pandemia, solo grazie a soldi
anticipati dalle banche e ricorrendo a tutti gli aiuti statali
possibili. Adesso, però, non solo non hanno più liquidità né ne
ricevono altra, ma in più le banche, pressate dalle nuove e più
restrittive norme europee, sollecitano il rientro dei crediti temendo
che finiscano in sofferenza. A questo punto non possiamo che
comunicare ai sindacati una decisione dolorosa quanto
improcrastinabile: siamo costretti a licenziare tutti i lavoratori, a
chiudere le imprese e alla fine per tutti ci forse ci vorrà il Reddito
di cittadinanza”.
E’ l’amara dichiarazione di Santo Cutrone che, da presidente di Ance
Sicilia, dà voce alla disperazione e all’indignazione degli
imprenditori associati, stanchi di non ricevere più alcuna risposta
dagli assessorati, né al telefono, né alle mail, né negli uffici,
neppure su una eventuale previsione di saldo delle somme dovute.
Cutrone ieri ha inviato l’ennesimo sollecito al governatore Nello
Musumeci e all’assessore all’Economia, Gaetano Armao, dopo i
precedenti andati a vuoto, l’ultimo dei quali consegnato lo scorso 28
aprile. Ma cadono nel vuoto il fare presente la drammatica situazione
finanziaria di chi si è sacrificato per mantenere gli impegni assunti
e l’evidenziare le conseguenze negative sui livelli occupazionali.
Eppure il Rapporto del Mef ha accertato che nel 2020 le P.a. italiane
hanno ridotto i tempi di pagamento delle fatture portandoli
addirittura al di sotto della media imposta dall’Ue. Persino la
Regione siciliana risultava avere pagato lo scorso anno, in una media
di 34 giorni, fatture per quasi 900 milioni di euro su un totale di un
miliardo.
Ebbene, per inspiegabili ragioni, dallo scorso mese di novembre quei
100 milioni mancanti sono rimasti sospesi, così come lo sono da
gennaio 2021 ad oggi tutte le altre fatture emesse successivamente.
“Ma questa è visione politica, è visione strategica? No, è miopia e
negligenza assoluta! – sottolinea Santo Cutrone – . Si fanno continui
annunci di sblocco di somme attraverso la riprogrammazione di fondi
europei o il superamento dei rilievi della Corte dei conti. Di recente
abbiamo anche letto di disposizioni impartite agli assessorati per
pagare le fatture inevase. Ma non succede nulla. Perché i burocrati
non firmano i mandati di pagamento? E’ possibile che dopo un anno e
mezzo di crisi, di restrizioni, ci sia qualcuno, solo in Sicilia, che
non compie il proprio dovere, scatenando disastri economici nelle
imprese, nelle famiglie dei lavoratori, nel mondo dei fornitori e dei
professionisti legati alle costruzioni? E’ così che si vuole
affrontare e gestire la sfida del ‘Recovery Plan’? Ma cosa deve
accadere, per riportare sulla terra chi ancora oggi pensa di potere
mantenere atteggiamenti di arrogante indifferenza e insensibilità nei
confronti di un popolo che soffre?”.
“Il nodo sono i governanti o i burocrati? Che qualcuno – conclude
Cutrone – dica finalmente la verità, come stanno le cose realmente, e
prenda i necessari e urgenti provvedimenti per riportare i pagamenti
alle imprese nei tempi normali”.