Uno studente su due (53,8%) delle scuole superiori di Bari e provincia (età da 14 a 18 anni) ha fatto esperienza di sexting, cioè l’invio o la ricezione di testi o immagini sessualmente esplicite tramite Internet o telefono cellulare. Il 19,6% dei giovani ha ammesso di aver inviato o condiviso, almeno una volta, immagini o video di se stesso in pose sexy e/o con espliciti riferimenti sessuali e nell’11% dei casi il destinatario era uno sconosciuto. Mentre, il 20,8% dichiara di aver inviato o condiviso immagini o video sexy di altri coetanei. Sono alcuni dei dati che emergono da una ricerca svolta dal Comitato permanente «Osservatorio generazionale» dell’Università Aldo Moro di Bari per rilevare i pericoli legati all’utilizzo delle nuove tecnologie con cui i “nativi digitali» hanno a che fare quotidianamente: Internet, chat, App. I risultati sono stati resi noti questa mattina in Consiglio regionale durante la presentazione degli atti della II e III Assemblea nazionale del Forum «Bambini e mass media».

All’incontro hanno partecipato il garante regionale dei diritti dell’infanzia, Ludovico Abbaticchio, il giornalista Enzo Quarto, portavoce del Forum, e l’assessora all’Istruzione del Comune di Bari, Paola Romano. La ricerca ha coinvolto un campione di 1.005 studenti, di cui 513 maschi e 492 femmine. Il 17,6% degli studenti ha ammesso di aver ricevuto attraverso la Rete messaggi minatori, l’11% è stato offeso o umiliato pubblicamente attraverso Internet. Il 17,2% denuncia la diffusione di foto e/o video privati senza il proprio consenso. Otto studenti su dieci (79,3%) hanno avuto almeno un contatto con uno sconosciuto in Rete, il 51,1% ha dichiarato di aver ricevuto una foto dallo sconosciuto durante il contatto e il 48,8% invece ha ricevuto una proposta di appuntamento. Il 29,2% ha accettato la richiesta di invio di una foto personale, l’11% si è mostrato in webcam.

Il 55,8% degli studenti delle scuole superiori di Bari e provincia (età da 14 a 18 anni) è connesso ad Internet dalle 2 alle 6 ore al giorno, mentre uno studente su tre è solito andare in Rete mentre studia o durante le lezioni in classe. Il dato emerge dalla ricerca svolta dal Comitato permanente «Osservatorio generazionale» dell’Università Aldo Moro di Bari per rilevare i pericoli legati all’utilizzo delle nuove tecnologie con cui i «nativi digitali» hanno a che fare quotidianamente: Internet, chat, App. I risultati sono stati resi noti questa mattina in Consiglio regionale durante la presentazione degli atti della II e III Assemblea nazionale del Forum «Bambini e mass media».

La ricerca ha coinvolto un campione di 1.005 studenti, di cui 513 maschi e 492 femmine. Sono i maschi a passare più tempo su Internet, il 57,9% ammette di essere «connesso» dalle 2 alle 6 ore al giorno, la percentuale cala 55,7% nelle femmine. Il 40,6% dei giovani studenti baresi dichiara di essere abituato a dormire tenendo lo smartphone o il tablet accanto a sé, il 16,7% è solito distrarsi durante i pasti per leggere un messaggio, una e-mail o controllare una notifica ricevuta online. Il 44,5% del campione ammette di perdere la cognizione del tempo trascorso su Internet, poco più di uno su quattro va a dormire tutti i giorni molto tardi per navigare.

LE PAROLE DEL GARANTE – «La tecnologia deve essere utilizzata dai nostri ragazzi perché rappresenta il loro presente e futuro, anche nel loro lavoro avranno a che fare con la tecnologia più di oggi. Noi adulti, però, dobbiamo fare in modo che l’utilizzo dei nuovi mezzi di comunicazione avvenga in maniera corretta, governato attraverso l’educazione familiare e scolastica». Il Garante dei diritti dell’infanzia della Regione Puglia, Ludovico Abbaticchio, commenta così i risultati di una ricerca svolta dal Comitato permanente ‘Osservatorio generazionalè dell’Università di Bari, per rilevare i pericoli legati all’utilizzo delle nuove tecnologie. I risultati sono stati resi noti questa mattina in Consiglio regionale durante la presentazione degli atti della II e III Assemblea nazionale del forum ‘Bambini e mass media’.

A novembre si terrà la quinta Assemblea nazionale del Forum, oggi è iniziato il percorso con il primo incontro. «Il tema – prosegue Abbaticchio – è che l’uso del web e dei nuovi sistemi di apprendimento e comunicazione devono essere gestiti in maniera corretta affinché l’apprendimento avvenga in maniera rapida ma con le dovute tutele. I nostri ragazzi si mettono in discussione, riflettono sulle questioni, non sono dei superficiali come qualcuno vorrebbe farli passare. Sono persone che ragionano e riflettono innanzitutto su se stessi, sono giovani coraggiosi che stanno costruendo il loro futuro attraverso un quotidiano che, alcune volte, è difficile».

Sul troppo tempo trascorso su internet e i pericoli legati al cyberbullismo, Abbaticchio dice: «I genitori devono avere attenzione affinché i ragazzi non trascorrano troppo tempo davanti a pc e telefoni, occorre che riscoprano il gusto di utilizzare anche un gioco da tavola, leggere un libro tenendolo tra le proprie mani e non attraverso internet. E poi occorre dialogo diretto, non mediato». «Il Cyberbullismo – conclude – è a mio avviso un aspetto patologico di questo sistema, così come la povertà è un aspetto patologico che può portare al passaggio verso la criminalità. Il bullismo è sempre esistito, il cyberbullismo è l’espressione moderna».