scripta manentNel Sud impantanato dalla più grave recessione economica della sua storia moderna, il Pd governa tutte le regioni non era mai accaduto prima e non è stato capace finora di elaborare un progetto, che fosse un minimo ambizioso, un’idea innovativa per uscire dal pantano. Tantomeno una strategia o una visione, come compete al più grande partito d’Italia, che dovrebbe essere fucina di idee e classe dirigente. Tutto il contrario. Non c’è un’idea comune di politica industriale, men che meno ambientale

… Non c’è un’idea di riforma istituzionale: le regioni, da quando sono state istituite negli anni settanta, si sono rivelate al Sud un sostanziale fallimento, per la loro ampia permeabilità a particolarismi e clientelismi (e a volte anche al crimine organizzato); occorre ripensarle radicalmente, magari in accordo con la più ampia riforma istituzionale messa in campo dal premier. Ma non una voce si ode dai governatori democratici su questo, a dire il vero non si vede proprio il Pd. Né si vede sulle grandi scelte strategiche: come realizzare quei grandi progetti infrastrutturali di cui il Sud ha disperatamente bisogno, come rilanciare un’area grande e importante qual è Bagnoli. E così la sinistra riformista lascia il posto alla piazza…

Manca poi… persino una visione condivisa della società e della politica: il favoritismo sistematico e pervasivo, l’asfissiante retorica del territorio spesso a scapito del merito sono o no un male….

Se spera di poter governare come fece Giolitti, che riuscì a rendere l’Italia più moderna e inclusiva pur gestendo il Sud in maniera clientelare (o malavitosa, per dirla come Salvemini), si ricordi che quello era un secolo fa. Già all’epoca della Prima repubblica in diversi avevano provato a replicare strategia e metodo giolittiani, finendo per fallire su entrambi i fronti: quello della modernizzazione e alla lunga anche quello del consenso. Ancor più oggi, la sfida di Renzi è perduta, se non saprà offrire al Sud una prospettiva di riscatto…

Emanuele Felice, Una chance per il Meridone,
“La Stampa”, 7 aprile 2016, pp 1-23

(a cura di ASCO)