L’associazione FAI antiracket Porta Capuana (Napoli) si è costituita parte civile nel processo in cui sono imputati quattro presunti estorsori che nel 2015 in varie modalità avevano tentato di imporre il “pizzo” ai proprietari di un panificio nel quartiere Scampia, nella periferia nord di Napoli.
Nel corso dell’udienza è stata sottolineata l’importante attività svolta dall’associazione FAI antiracket Porta Capuana sul territorio interessato dai fatti. In particolare si è posta in evidenza la concreta operatività dell’associazione antiracket che ha sostenuto le vittime di racket sin dalla fase della denuncia. La costituzione di parte civile dell’associazione antiracket è stata curata dall’avvocato Roberta Rispoli, responsabile dell’ufficio legale della FAI, Federazione delle Associazioni Italiane antiracket e antiusura.
Due dei presunti estorsori – G.E. e G.B., rispettivamente di 31 e 22 anni – hanno scelto il rito abbreviato e ieri sono stati condannati a sei anni e 8 mesi di reclusione ciascuno dal GUP del Tribunale di Napoli, dott.ssa Comella. «Quello di Scampia è un territorio delicato e particolarmente esposto ai fenomeni estorsivi. Le condanne e la costituzione di parte civile dell’associazione antiracket sono un segnale importante per i commercianti che iniziano a ribellarsi ai soprusi che si verificano in zona. La sentenza è utile anche per far comprendere che si può uscire dal tunnel del racket grazie agli strumenti messi a disposizione dallo Stato, alla sua presenza, e al supporto dell’associazione antiracket verso la denuncia di tali fenomeni» dichiara Ulderico Carraturo, presidente dell’associazione FAI antiracket Porta Capuana.
Si è aperto oggi, invece, il dibattimento dinanzi alla III sezione penale collegiale che riguarda V.D.L. e M.G., rispettivamente di 25 e 44 anni. Nel procedimento sono parte civile, oltre l’associazione FAI antiracket Porta Capuana, anche i titolari del panificio.