In un Paese dove si evadono 108 miliardi di tasse e contributi non poteva essere altrimenti: il colpo di spugna proposto dal governo gialloverde sta catalizzando l’interesse degli italiani. Dalle multe non pagate e dimenticate nel fondo di un cassetto, all’ansia per la visita della Finanza e relativo verbale, al senso di colpa per la sottostima dei redditi nell’ultima dichiarazione, alla cartella e relativa ingiunzione perché non si è pagato o non si poteva pagare. Nel mondo variegato e composito dell’evasione, dal Nord Est incallito che gonfia i costi al Sud che scompare nel sommerso, l’intesa tra Di Maio e Salvini rischia di far tornare il sorriso. “Quattro condoni quattro”, per grandi e piccoli (1000 euro, rottmazione ter, liti e integrativa), sono pronti al decollo. La sanatoria che investe la lunga filiera fiscale moltiplica il numero degli interessati: difficile fare un calcolo, la banca dati dei debitori dell’Agenzia della riscossione contiene 20 milioni di codici fiscali, alcuni hanno già partecipato alle vecchie rottamazioni, altri hanno rateizzato, di sicuro sono 10 milioni coloro che hanno i debiti sotto i 1.000 euro che verranno cancellati. Comunque sia, milioni di italiani. «Registriamo interesse attraverso i nostri associati a tutte e tre le operazioni», racconta Gilberto Gelosa, responsabile per il fisco dell’Ordine dei dottori commercialisti. La “febbre da condono” si sta comunque scatenando: telefonate, richieste di informazioni, arrivano agli studi commerciali, ai Caf, trovano spazio sulla rete e giungono ai giornali. Molte richieste riguardano le multe al codice della strada che coinvolgerebbero 3 milioni di cartelle sotto i mille euro: ma molti non hanno capito che si tratta delle multe arrivate e conclamate nel decennio 2000-2010. E sperano di poter evitare il pagamento anche del divieto di sosta di due giorni fa.