La Campania madre della dieta mediterranea, unitamente ai vini, ai formaggi, ai limoni, ha nell’olio di oliva un ulteriore elemento di forza che si integra perfettamente nella prestigiosa tradizione alimentare e gastronomica, che ha reso la regione nota in tutto il mondo. Cosi è intervenuto il Rappresentante della Consulta Nazionale dell’Agricoltura già Delegato della Provincia di Napoli per il settore Agricoltura, Rosario Lopa, partecipando all’iniziativa della benedizione dei rami di Ulivo, presso la Chiesa San Ciro di Cavalleggeri a Fuorigrotta.
In Campania la superficie complessiva coltivata ad olivo interessa circa 70.000 ettari e si colloca al sesto posto tra le regioni italiane per superficie, pari al 5,9% della superficie olivetata nazionale. A tale area corrisponde un patrimonio olivicolo di oltre 8.5 milioni di piante. Gran parte dell’olivicoltura è collocata in provincia di Salerno, che da sola, con i suoi 39.000 ettari, rappresenta il 56% del totale, seguita dalla provincia di Benevento con il 21%. La coltivazione dell’olivo in Campania interessa oltre 90.000 aziende e l’80% dei comuni della regione, con una produzione media annua che oscilla intorno ai 2.000.000 di quintali di olive. Anche in termini di produzione la provincia di Salerno, con il 62%, conferma la sua leadership. Fruiscono del riconoscimento comunitario della Dop (Denominazione di origine protetta) tre oli extra vergini di oliva (Colline Salernitane, Cilento e Penisola Sorrentina) e per altri (Sannio Caudino-Telesino, Irpinia e Colline Beneventane) sono in corso procedure di riconoscimento. A garanzia del consumatore tutti gli oli Dop della Campania sono sottoposti al controllo degli organismi di controllo indipendente dal mondo della produzione ed autorizzati dal Mipaf. Il vero punto di forza dell’olivicoltura campana è il patrimonio varietale estremamente ricco e diversificato anello portante della Biodiversità.
Ad oggi sono state descritte e catalogate oltre 60 varietà autoctone attualmente coltivate e tramandate da secoli, tra cui quelle maggiormente diffuse sono: Ogliarola e Ravece nell’avellinese; Ortice, Ortolana, Racioppella nel beneventano; Sessana e Caiazzana nel casertano; Olivo da Olio nella Penisola Sorrentina (nel napoletano) ed, infine, Pisciottana e Rotondella nel salernitano. Per la vendita dell’olio d’oliva vergine ed extra vergine, in Campania, come del resto in Italia, è prevalente la vendita diretta presso i frantoi ai consumatori finali. Questa forma di distribuzione diretta rappresenta un’importante area d’affari per moltissime imprese di piccole dimensioni diffuse capillarmente sul territorio.