Nella classifica mondiale stilata da Reporters sans Frontières, l’Italia è precipitata al 73esimo posto per quanto riguarda la libertà di stampa. Il rapporto, stilato in base ad alcuni parametri che tengono conto della relazione tra potere e informazione, ha fatto discutere molto in un inizio d’anno dove più volte la libertà di stampa e di opinione è stata messa in pericolo.
CHARLIE HEBDO
Il 2015 verrà ricordato come l’anno dei capi delle potenze mondiali che sono scesi in piazza a Parigi a difendere la libertà di espressione e di opinione, contro l’integralismo religioso che ha portato all’attentato di Charlie_Hebdo . Tra loro anche il nostro premier Matteo Renzi che ad oggi ancora non si è espresso contro una delle più grandi ingiustizie che si sta compiendo verso la libertà di espressione: il processo contro lo scrittore Erri De Luca.
ERRI DE LUCA
Proprio oggi riprende il processo non solo contro lo scrittore, ma contro la libertà di esprimere la propria opinione senza incorrere in alcuna censura o peggio ancora in una condanna. Cos’ha detto Erri De Luca di così grave è risaputo: “La Tav va sabotata”. E i giudici in quel “sabotata” hanno intravisto un’istigazione. A cosa, non si è capito dal momento che il sabotaggio è vero che è una deliberata azione volta all’indebolimento ed eventualmente anche alla confusione del nemico attraverso la sovversione, l’intralcio, il disordine o la distruzione, ma è anche vero che in senso figurato è qualsiasi iniziativa intesa a intralciare, ritardare o impedire un’attività, ad esempio l’ostruzionismo parlamentare è un sabotaggio. Occorrerebbe, quindi, scomodare i filologi per capire se in quel “sabotata” lo scrittore intendesse incitare i no tav a una guerriglia armata o una resistenza passiva.
Si può essere o non essere d’accordo con la protesta contro la Tav, ognuno è libero di pensarla come vuole sull’argomento. Il paradosso è che a Erri De Luca è negato il diritto di appoggiare le azioni dei No Tav, di sostenere la sua battaglia perché, come ha detto egli stesso nel corso della prima udienza: “uno scrittore ha il dovere di aprire la sua bocca per il muto”.
LA STAMPA ITALIANA
La stampa estera segue con molta attenzione il processo ad Erri De Luca, mentre in Italia sono in pochi quelli preoccupati davvero dell’attentato alla libertà di espressione, come se questo processo non fosse la dimostrazione dello stato attuale della libertà di stampa in Italia. Così come all’estero uno scrittore come Erri De Luca è molto più amato ed apprezzato che in Italia, sarà per quella sorta di negazione di campanilismo che ci portiamo dietro.
Lo stesso scrittore ripensando al suo processo, nei giorni scorsi ha dichiarato: “Devo alla stampa estera un’attenzione che costringe quella nostrana a seguire il processo con un imbarazzato sforzo di obiettività. Comunque vada il caso giudiziario, ho potuto spiegare le mie ragioni. Per questo non presento appello in caso di condanna. Il mio pacco di sale l’ho sparso sul terreno dell’accusa perché sia inservibile una seconda volta. Non sono il primo scrittore incriminato, desidero essere l’ultimo. Se sarò condannato, la vera vittima non sarò io, ma l’articolo 21 della Costituzione. So benissimo che cosa significa sabotare – sottolinea De Luca – e io dico che la Torino-Lione va sabotata”.
SOCRATE
E le sue parole, con le dovute differenze, fanno venire in mente un filosofo dell’antica Grecia, Socrate condannato a morte perché ritenuto non solo un pericoloso nemico politico che contestava i tradizionali valori cittadini, ma anche un corruttore di giovani
Nel Critone, opera di Platone, lo stesso Socrate viene invitato a evadere, ma il filosofo si rifiuta di trasgredire quelle leggi che comunque rappresentano l’ordine che la sua vita ha avuto.