“Noi chiudiamo le riforme costituzionali, al massimo, entro 15 giorni. Il giorno dopo siamo pronti a discutere della legge elettorale”. Lo afferma il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, nel corso dell’incontro sulle riforme tra M5S e Pd. Un incontro che è iniziato con un’ora di ritardo rispetto a quanto previsto inizialmente, verosimilmente per permettere a Renzi di partecipare, visto che inizialmente la presenza del presidente del Consiglio non era prevista. All’inizio dell’incontro la delegazione grillina ha presentato al Pd le proprie proposte sulla riforma elettorale che, come annunciato, si basano sull’introduzione delle preferenze. Nei cinque punti illustrati da M5s, Di Maio ha parlato di un primo turno proporzionale senza sbarramento e un eventuale secondo turno tra i partiti che hanno preso il maggior numero di voti. Per Di Maio, inoltre, bisogna iniziare dalla legge elettorale, “poi si discute del resto” e senza “temporeggiare”, come secondo lui ha fatto il Pd.
Da parte sua, Renzi ha osservato che “oggettivamente si è fatto un passo in avanti e avete buttato la palla nel nostro campo, noi la prendiamo. Sono fiducioso”. Quanto alle preferenze, per Renzi “si è arrivati a un accordo sull’Italicum che non prevede le preferenze, tanto è vero che noi abbiamo detto: noi facciamo le primarie. C’è anche l’ipotesi di primarie disciplinate per legge. Io non sono molto convinto di questo sistema, perché ha un costo per lo Stato.Se dovessi scegliere tra preferenze e primarie imposte per legge – ha aggiunto – io personalmente sarei per le preferenze. Prendiamo atto che voi siete disponibili. Se siamo per il compromesso con il 5 stelle, con chi volete voi, è chiaro che dobbiamo mettere tutte le questioni. Sulle candidature plurime non sono d’accordo ma ne ho capito la filosofia, loro, Ncd, accettano una legge elettorale che per alcuni aspetti li penalizza e chiedono uno scambio su altre questioni”. In generale, Renzi, rivolgendosi ai grillini, ha detto: “Non mi pare che siate poi così distanti da noi sulle riforme istituzionali. Se io sono autoritario, attenti: voi rischiate di diventare pericolosi bradipi…”.