Sarà il segretario Matteo Renzi in persona, il 18 e il 19 febbraio, ad avanzare formalmente la richiesta di adesione del Pd al partito socialista europeo. La missione europea di Renzi culminerà, dopo gli incontri con gli eurodeputati italiani e con tutto il gruppo del Pse, con il faccia a faccia con Martin Schulz, presidente del Parlamento europeo e candidato alla presidenza della commissione Ue. In quella sede, Renzi proverà a convincere Schulz a farsi sostenitore della causa della modifica del nome del partito in senso più “ecumenico”, proprio per vincere le resistenze di quanti, nel suo partito, provengono da una storia e un impegno politico di matrice cattolica, e non nascondono il proprio malumore. A loro si è rivolto direttamente il premier Enrico Letta all’ultima direzione, chiedendo di mettere da parte l’orgoglio, pur comprendendo e condividendo, in quanto cattolico, le loro remore. In ogni caso, quella dell’adesione del Pd a Pse è una pratica ormai al rush finale, di cui si sta occupando da mesi la responsabile Esteri del partito Federica Mogherini, e di cui si discuterà prima nella direzione nazionale del 13 febbraio, quindi nella presidenza del Pse del 20 febbraio, che dovrebbe sancire l’ingresso ufficiale del Pd.