Non c’è dubbio che il botta e risposta tra esponenti del governo e Forza Italia abbia focalizzato l’attenzione su una questione fondamentale che si può riassumere così: quante speranze ha di tenuta il patto Renzi- Berlusconi sulle riforme. Sabato il leader di Forza Italia ha detto che la riforma dle Senato così com’è è inaccettabile, a questo punto meglio chiuderlo del Tutto. Domenica il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi intervenendo nel corso del programma “L’intervista” di Maria Latella su Sky Tg24, ha lanciato una provocazione: “La maggioranza ha i numeri anche senza Forza Italia”, ma “scommetto sulla tenuta dell’accordo del Nazareno”. E ha chiarito che “sui punti principali della riforma del Senato, sui paletti essenziali, non c’è margine di manovra”.
Una tabella di marcia quella del governo che non prevede l’ipotesi di tornare al voto a ottobre, se le riforme dovessero fallire. “Assolutamente no. Stiamo lavorando seriamente, siamo persone molto determinate, a partire dal premier, e non ci facciamo certo scoraggiare da chi cerca di metterci il bastone tra le ruote. Non pensiamo a un piano B in caso di fallimento”. In realtà lo stesso leader di Forza Italia già nella serata di sabato dopo l’attacco sulla riforma del Senato aveva ammorbidito i toni in una nota. Sebbene anche domenica intervenuto telefonicamente a un’iniziativa del suo partito si sia scagliato contro la dittatura della sinistra giudiziaria. Quasi tutti gli opinionisti attribuiscono questo nervosismo di Berlusconi alle decisioni della magistratura attese per il 10 aprile sul futuro dell’ex premier. Il consigliere politico Giovanni Toti alla Trasmissione di Fabio Fazio ha ribadito la linea del partito: fede al patto del Nazareno, disponibilità alle riforme ma non a tutti i costi. Intanto il premier procede spedito sulla spending review. Mattero Renzi oggi vedrà il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan e il commissario straordinario per la spending review Carlo Cottarelli.Nel mirino le aziende municipalizzate e gli enti considerati inutili. Domani intanto è atteso il varo del Def con i tagli alla spesa per colpire “i santuari rimasti nell’ombra”.