Durante gli scavi per la realizzazione di un parcheggio nella centralissima piazza Garibaldi a Reggio Calabria sono riaffiorati dei reperti archeologici che secondo gli esperti provenienti dall’università di Messina potrebbero risalire al primo secolo dopo Cristo, quando l’ antica Rhegium aveva raggiunto il massimo splendore.
Dalle prime analisi si tratterebbe di una tomba appartenuta ad un nobile o ad una persona illustre vissuta tra il primo e la metà del secondo secolo dopo Cristo, datazione sicura dall’osservazione dei laterizi e dalla tecnica impiegata per la realizzazione.
Le notevoli dimensioni ( 10m x 5m) , le lastre di marmo e l’orientamento del sepolcro fanno pensare fosse addirittura un mausoleo appartenuto presumibilmente a qualche nobile generale reggino in quanto a quel tempo Rhegium vantava presenze di nobili appartenenti alla Gens julia che mantenevano stretti rapporti con l’imperatore Ottaviano Augusto e Cicerone.
Bisogna sottolineare che dove oggi è riapparsa questa tomba un tempo vi era una necropoli e pochi metri più avanti oltre le mura della città antica, dove fino a qualche anno fa scorreva il fiume Calopinace prima che fosse incanalato, un tempo venivano sepolti i morti e proprio durante lavori o dopo i devastanti terremoti che hanno corredato la storia di Reggio Calabria reperti archeologici o tombe antiche riemergono dopo secoli.
Nessuna sorpresa per gli esperti i quali conoscono la ricchezza del sottosuolo reggino ma la speranza è che ora si indaghi con il georadar per portare alla luce i tesori presenti in quella zona e che non vengano ancora una volta sacrificati valori e pregi inestimabili sull’altare degli interessi come avvenne per il tempio di Apollo Maggiore vicino alla stazione dove è stato ritrovato il Kouros.