Un reddito di cittadinanza che si sta orientando sempre più come strumento per formare giovani e meno giovani, che come misura anti povertà: nei piani del governo, è questa la chiave di volta per superare le resistenze nella maggioranza – la Lega che è contraria ad interventi assistenziali – e a livello comunitario. Il meccanismo d’integrazione al reddito fino a euro mensili per un single che stipula un patto di servizio con il centro per l’impiego (con importo crescente in base ai componenti del nucleo familiare) coinvolge anche l’impresa. Vengono riconosciute fino a tre mensilità del sussidio – sotto forma di sgravio contributivo – all’azienda, a condizione che assuma il disoccupato dal centro per l’impiego (le mensilità diventano fino a se è una donna). Il beneficio si estende anche all’autoimprenditorialità, in questo caso a vantaggio del disoccupato che si sia attivato presso un centro per l’impiego. Dove sarà centrale la figura del tutor, ribattezzato dal vicepremier Luigi Di Maio «navigator», che avrà il compito di prendere in carico il disoccupato per indicare i percorsi formativi – da svolgere nei centri per impiego, nei centri formazione o le Agenzie per il lavoro -, di attestare la sua partecipazione a lavori di pubblica utilità, ricevendo un bonus se lo farà assumere.