Smog, traffico e scarsa sicurezza potrebbero far pensare che la vincitrice della Qualità della vita 2018 non si meriti il podio. Ma i dati, diffusi della tradizionale classifica del Sole 24 ore e messi in graduatoria su base provinciale, dicono il contrario: Milano festeggia il suo primato, piazzandosi ben sette volte su 42 nei primi tre posti per le performance conseguite negli indicatori del benessere. E conquista così lo scettro di provincia più vivibile d’Italia, dopo averlo sfiorato per quattro volte. trascinando con sè le altre province della regione, tutte in miglioramento, ad eccezione di Sondrio e Como.
Nella top ten si confermano anche le province dell’arco alpino: miscelando i parametri, da quelli legati alla «Ricchezza e consumi» a quelli di «Cultura e tempo libero», anche quest’anno Bolzano, Aosta, Trento e Belluno (la vincitrice 2017) restano nella parte alta della classifica delle città più vivibili. Più in generale è il Triveneto a popolare le prime trenta posizioni. Solo Venezia e Rovigo si piazzano poco dopo. In coda alla graduatoria, invece, si ritrova Vibo Valentia.
È la quarta volta che compare sul fondo, circondata da numerose province del Sud. Per incontrare una provincia del Mezzogiorno bisogna infatti scendere fino alla 73a posizione dove c’è Ragusa. Solo dopo arrivano le altre siciliane, calabresi, lucane e campane. In controtendenza solo Lecce, che sale di 12 posizioni al 92° posto, e Bari che guadagna nove posizioni. Come ogni anno l’indagine scatta una fotografia delle città italiane, scegliendo di inquadrare la questione del benessere tramite 42 valori per ciascuna provincia, tutti riferiti al 2017 o all’anno in corso. I dati consentono di rappresentare il benessere come fenomeno economico-sociale a più dimensioni.
Questo spiega il fatto che ogni provincia, indipendentemente dal risultato finale, ottenga spesso piazzamenti molto diversi tra loro nelle aree tematiche considerate. Resta stabile, confrontando i dati su base annua, la Capitale. Roma si piazza al 21° posto. Alcune province del Nord guadagnano terreno, soprattutto grazie alle performance “ambientali” e legate ai servizi. Migliorano anche le altre province dei capoluoghi di regione: Venezia e Bologna salgono rispettivamente di nove e sette posizioni. Avanzano anche Torino, Catania e Bari. In controtendenza solo Genova e Firenze che perdono rispettivamente otto e dieci posizioni. Se il capoluogo ligure è penalizzato dal record negativo di reati legati agli stupefacenti, quello toscano soffre in ambito demografico, dove scende in 68a posizione.
Resta stabile, confrontando i dati su base annua, la Capitale. Roma si piazza al 210 posto, in linea con l’anno precedente (240 posto) in cui il numero di province era pari a 110, rispetto alle attuali 107. Il tenore di vita dei romani viene confermato dal dato dei prezzi delle case, in media il più elevato d’Italia, e dalla maggiore propensione agli investimenti fotografata dall’elevata percentuale di impieghi sui depositi. Pesano purtroppo sulla città il numero dei protesti (29,6 euro prò capite), l’indice di litigiosità nei tribunali (oltre 4mila cause civili iscritte ogni 1oomila abitanti nel 2017) e le denunce per reati legati agli stupefacenti (nell’ultimo anno 106 ogni 1oomila abitanti).
Alcune province del Nord guadagnano terreno, soprattutto grazie alle performance “ambientali” e legate ai servizi. Ad esempio Mantova (+22
posizioni rispetto al 2017) è prima nella graduatoria dell’Ecosistema urbano stilata da Legambiente, che racconta la qualità dell’aria, ma anche laraccolta differenziata, il verde e il traffico cittadino.



