Scafisti libici come i pirati somali. L’Unione Europea, si legge sul Corriere della Sera, si mostra disponibile ad accogliere le richieste presentate dall’Italia e contro i trafficanti di uomini decide di colpire le postazioni e distruggere le barche utilizzate per trasportare i migranti. Il modello è quello dell’operazione «Atalanta» varata nel 2008 e rifinanziata nel novembre scorso. In attesa di un via libera dell’Onu all’intervento che consenta di svolgere operazioni di polizia sul suolo libico, i ministri degli Esteri e dell’Interno scelgono comunque di intervenire. La ‘linea dura’ dovrà essere confermata durante il vertice straordinario di giovedì, ma l’intesa appare raggiunta e l’assenso da parte di alcuni Paesi ad accogliere una parte dei profughi, sia pur minima, dimostra che qualcosa effettivamente potrebbe cambiare nella politica comunitaria. Anche perché per il governo di Roma sono proprio queste le condizioni non negoziabili per tentare di governare il flusso di str anieri che certamente continueranno ad arrivare sulle nostre coste.
Si va verso una riedizione di “Mare nostrum”, scrive invece Repubblica, ma questa volta in versione europea. La Ue adotta un piano in dieci punti per far fronte all’emergenza rifugiati. Dieci misure immediate che il commissario responsabile per l’immigrazione Dimitris Avramopoulos e l’Alto rappresentante per la politica estera Federica Mogherini. Intanto il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, ha convocato un vertice d’urgenza dei capi di Stato e di governo che si riunirannogiovedì a Bruxelles per adottare formalmente il progetto esaminato ieri dai ministri. Sembra che la catastrofe dell’altro ieri al largo delle coste libiche abbia finalmente smosso le coscienze anche dei governi che fino ad ora si erano dimostrati più ostili ad un sostanzioso intervento di solidarietà per aiutare i Paesi sommersi dalla marea di profughi.