di Antonella Catrambone
Tra oggi e domani, in Commissione Bilancio del Senato, verrà discusso e votato l’emendamento n. 2.9810 al DDL “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello stato (Legge di stabilità 2015)” che aggiunge all’articolo 2 dopo il comma 156 dell’atto senato n. 1698 il comma 156-quinquies e che, quasi con certezza, arrecherà un danno a tutti gli idonei di concorsi pubblici.
Di seguito il testo:
- “Il comma aggiunto recita che le regioni e gli enti locali, per gli anni 2015 e 2016, destinano le risorse per le assunzioni a tempo indeterminato, nelle percentuali stabilite dalla normativa vigente, all’immissione nei ruoli dei vincitori di concorso pubblico collocati nelle proprie graduatorie vigenti o approvate alla data di entrata in vigore della presente legge e alla ricollocazione nei propri ruoli delle unità soprannumerarie destinatarie dei processi di mobilità.
- Esclusivamente per le finalità di ricollocazione del personale in mobilità le regioni e gli enti locali destinano anche la restante percentuale della spesa relativa al personale cessato negli anni 2014 e 2015, salva la completa ricollocazione del personale soprannumerario. Le assunzioni effettuate in violazione del presente comma sono nulle”.
In caso di approvazione la conseguenza sarà il blocco delle assunzioni per gli anni 2015 – 2016. ad esclusione di vincitori e dipendenti delle province con prevista proroga dei contratti a tempo determinato e fino al 2018, dei precari.
Se così fosse verrebbe modificata e smantellata la legge 125/2013 (c.d. legge D’Alia), unica in difesa degli idonei di concorso i quali si trovano ad aver superato tutte le prove senza riuscire ad essere vincitori per mancanza di punteggi relativamente a titoli posseduti.
Sarebbe violato il principio costituzionale di cui all’art 97 della costituzione il quale afferma che nella Pubblica amministrazione si accede tramite pubblico concorso. L’emendamento, invece, difende i diritti dei precari e non degli idonei visto che, secondo la legge di cui sopra, le graduatorie delle Amministrazioni centrali scadrebbero il 31.12.2016.
Niente ricambio generazionale
Tutto ciò a discapito del vantato ricambio generazionale di cui il Ministro Madia, finora, si era fatta portatrice.
Esistono graduatorie vigenti composte da circa 40-50 mila idonei in tutto il territorio nazionale e la legge D’Alia prevede l’obbligo di esaurirle prima di bandire ulteriori concorsi. Sarebbe cosa buona e giusta rispettarla anche in virtù del necessario risparmio pubblico di cui necessita la P.A..
La paventata possibilità di spazzare via la legge D’Alia incide, poi, sulla possibilità di sancire accordi tra differenti comparti della P.A., previsti dalla stessa legge, con lo scopo di far scorrere le graduatorie.
L’interesse legittimo vantato dagli idonei è confermato da sentenze del Tar (da ultimo Tar Campania, Napoli,sez. v, 12 novembre 2014) e del Consiglio di Stato (sez. v del 27 dicembre 2013 n° 6247).
Non è corretto aver creato per anni false aspettative in persone meritevoli di tutela che hanno sempre cercato di entrare legalmente e con le proprie forze intellettuali nel campo della Pubblica Amministrazione. Né ha senso fare delle leggi che poi non vengono puntualmente rispettate e che vengono superate con un colpo di spugna o meglio di emendamento.