Si è tenuta martedì 17 maggio la prevista audizione sullo scottante tema delle pressioni commerciali dei Segretari Generali delle cinque Organizzazioni Sindacali del Credito presso la Commissione bicamerale di inchiesta sul sistema bancario e finanziario, presieduta dall’onorevole Carla Ruocco.
“La rilevanza della questione legata alle pressioni commerciali – afferma Emilio Contrasto, Segretario Generale di UNISIN/CONFSAL – pone la chiara esigenza che essa non resti confinata esclusivamente all’ambito bancario e/o sindacale e/o delle Associazioni che rappresentano i consumatori/clienti, ma veda coinvolti – in uno sforzo comune per il superamento delle numerose criticità – tutte le migliori forze del Paese e dell’Unione Europea per giungere alla emanazione di ulteriori norme specifiche, supportate da un adeguato sistema sanzionatorio in caso di violazione delle regole, a maggiore tutela dei vari Soggetti coinvolti, in particolare quelli più deboli come risparmiatori, territori, imprese, lavoratrici e lavoratori. Le stesse Banche, a livello generale, sono state vittime della crisi reputazionale legata ai vari scandali del recente passato che hanno compromesso lo storico legame esistente in Italia tra le Banche/Istituzioni finanziarie e la clientela”.
“Insieme alle altre Organizzazioni Sindacali del Settore, grazie agli strumenti via via introdotti con gli accordi definiti con l’Associazione delle Banche (ABI) e le stesse Banche nell’ambito della contrattazione collettiva nazionale e aziendale, il problema delle pressioni commerciali è stato comunque affrontato, in assenza anche di una efficace disciplina nazionale/europea. In particolare, il protocollo nazionale dell’8 febbraio 2017 resta ancora oggi un punto di riferimento formidabile per il Settore. Occorre fare in modo che le regole stabilite negli accordi vengano rispettate e che iniziative attuate da singoli manager, difformi alle norme stabilite, vengano bloccate. Inoltre – prosegue il Segretario Generale di UNISIN/COFSAL – va affermato con forza che i lavoratori del credito non possono subire le conseguenze personali, patrimoniali e legali per la vendita di tali prodotti. I nemici da sconfiggere sono le indebite pressioni per la vendita dei prodotti che non tengono conto delle caratteristiche e delle esigenze dei clienti, che, insieme ai dipendenti, sono e devono rimanere i soggetti da ‘tutelare’, il controllo costante ed ossessivo dei risultati, l’imposizione di obiettivi estremamente performanti il cui mancato raggiungimento può determinare conseguenze nei confronti degli stessi lavoratori”.
“La proposta che abbiamo sottoposto alla Commissione parlamentare – conclude Contrasto – è quella di creare uno specifico organismo, magari da individuare all’interno delle Banche centrali di ogni singolo Stato, disciplinato a livello europeo per evitare così differenze tra i vari Stati dell’Unione, avente lo scopo di certificare, in modo indipendente rispetto a Banche e altri intermediari, i profili dei clienti (c.d. questionari) redatti in applicazione della disciplina MIFID (Markets in Financial Instruments Directive) che, come noto, nasce con il duplice scopo di garantire una maggiore tutela degli investitori e una maggiore trasparenza dei mercati finanziari”.