"Manca in città una politica della riqualificazione urbanistica,
del rispetto ambientale, una cultura del verde fruibile.
Il M5S ha presentato tempo fa la mozione "stop al consumo di suolo"
nel tentativo di porre un freno, per quanto possibile, a questa deriva
urbanistica, ma alla prova del voto Consiliare è stata bocciata.
Nel documento, il Movimento 5 Stelle cittadino ha chiesto al Consiglio
di impegnarsi a puntare alla riqualificazione dell'esistente,
scoraggiando l'espansione cementizia che sta progressivamente erodendo
gli ultimi spazi verdi disponibili.
La riqualificazione potrebbe, ad esempio, cominciare dalle tante aree
e fabbricati che versano da anni in stato di abbandono come la ex
Vivalat e le zone afferenti il Lungo Basento, infatti, nell’atto è
stato ribadito che l’assenza di adeguate politiche del lavoro e di
formazione ha determinato un consistente decremento demografico ed una
crescente emigrazione giovanile a partire dagli studi universitari, a
fronte dei quali si è continuato ad intervenire trascurando il nuovo
scenario che si profilava con conseguenze negative sotto il profilo
ambientale ed idrogeologico
.Purtroppo va riscontrato che la attuale gestione del tessuto urbano
si riaggancia alla visione urbanistica scellerata del passato.
A far ritornare di attualità il tema, il ricordo della scomparsa del
noto urbanista Federico Oliva che appose la firma sul Regolamento
Urbanistico della città di Potenza durante la gestione amministrativa
di Santarsiero.
Una pregiata firma utilizzata per indorare la pillola di scelte
cementificatorie sedimentatesi negli anni.
Sui già contestati conflitti di interessi, legati all'imprenditoria
edile e sulla cementificazione della città si sono spesi fiumi di
inchiostro da parte degli attori politici del palcoscenico potentino.
Oliva disse che aveva apposto la firma al de profundis del consumo di
suolo intensivo del tessuto urbano, una lottizzazione del verde urbano
ben spigata da Sacco nel suo noto libro “la Potenza del cemento”.
In questi anni il capoluogo ha visto trasformare la sua fisionomia in
un verso che richiama la città diffusa descritta da Marc Augè nei suoi
"Non Luoghi": l'incubo di una città post moderna caratterizzata da
distese di ipermercati, pompe di benzina, centri direzionali, dove il
verde soccombe alla logica di una città svuotata della propria
identità.
Così Potenza è diventata negli anni il tavolo operatorio di
sperimentazioni urbanistiche in contrasto con le esigenze della vita
sociale.
Restano emblematico in tal senso il monumento mastodontico della Nave
di cemento rione Cocuzzo.
Occorre invertire la rotta ed il M5S è pronto ad accettare la sfida di
un'altra città possibile."