Indebita pressione di tre politici locali per «liberare» un’area di cimitero a Pompei molto «ambita», commettendo esumazioni in violazione delle regole di legge. E’ quanto contestato dalla procura di Torre Annunziata all’ex sindaco Claudio D’Alessio, a Ciro Serrapica e Attilio Malafronte, attuale consigliere comunale, tutti e tre agli arresti domiciliari, misura di custodia cautelare emessa dal gip dopo le indagini partite nel luglio 2013 dal commissariato di Pompei, diretto da Maria Rosaria Romano, con la collaborazione della Squadra Mobile di Napoli coordinata da Fausto Lamparelli.
Almeno due gli episodi contestati a loro, di cui uno per favorire una persona vicina all’ex sindaco. In totale però i provvedimenti eseguiti sono 9, e l’organizzazione era stata creata da due impiegati della struttura e un interratore. In carcere Pasquale Cesarano, ex dipendente comunale ora in pensione, e Carmine Casciano, dipendente comunale, ex direttore del cimitero di Pompei, con Antonio Somma, interratore, sottoposto ai domiciliari.