Con una trattativa riservata gestita dal presidente del Consiglio Romano Prodi e dal ministro del Tesoro Ciampi, fuori del controllo del mercato e dell’opinione pubblica, un’asta molto particolare assegna, nel 1997, il 60% del capitale e la gestione del Banco di Napoli all’Istituto nazionale assicurazioni (Ina) e alla Banca nazionale del lavoro (Bnl) per soli 61,6 miliardi di lire.
Qualche anno dopo Ina e Bnl acquisiranno una plusvalenza di circa 3.000 miliardi quando, nel giugno 2000, il gruppo Sanpaolo-Imi comprerà per 6.000 miliardi il Banco di Napoli, che due anni dopo verrà incorporato e perderà, dopo 500 anni, la sua autonomia. A nulla serviranno le proteste e le dimissioni del presidente della Fondazione Banco di Napoli, Minervini, che già