“Il 19 luglio 1992 una potente carica di tritolo dilaniava i corpi del Giudice Paolo Borsellino e degli agenti della scorta Claudio Traina, Walter Cosina, Vincenzo Li Muli, Emanuela Loi, Agostino Catalano. Sono passati ventiquattro anni da quel tragico evento che ha segnato profondamente la vita dei familiari di quei fedeli servitori dello Stato, che a gran voce reclamano ”verità e giustizia” su questa pagina oscura della storia italiana che lascia ancora oggi nell’ombra i mandanti di quella strage”. E’ quanto dice l’ex Presidente della Corte d’appello di Palermo Vincenzo Oliveri, oggi sindaco di Villabate (Palermo). L’ex giudice in pensione conosceva bene il giudice ucciso dalla mafia. “Il ricordo di Paolo resta sempre vivo in noi per la sua grande affabilità, per la sua innata gioia di vivere che ispirava grande serenità, per le sue battute estemporanee che colorivano i suoi discorsi suscitando ilarità, per il suo profondo amore verso la moglie e i figli, per il suo coraggio nella lotta contro la mafia, per il suo intimo desiderio di vedere i nostri giovani tornare a respirare ”il fresco profumo della libertà””, conclude.