“Con il via libera del commissario dello Stato alla norma che consente l’assunzione dei testimoni di giustizia, si fissa un principio fondamentale di civiltà , non soltanto in termini risarcitori per chi si è esposto in prima persona, ma anche per far comprendere che la Regione siciliana è al fianco di chi denuncia”. Così¬ Ignazio Cutrò, imprenditore di Bivona (Agrigento) e presidente dell’Associazione nazionale dei testimoni di giustizia, commenta l’ok del commissario dello Stato per la Regione siciliana, il prefetto Carmelo Aronica, alla legge che estende proprio ai testimoni di giustizia i benefici delle vittime di mafia, tra cui l’assunzione all’interno delle amministrazioni della Regione siciliana. “Resta un po’ d’amarezza – aggiunge – per il comma cassato, relativo alla possibilità di estendere quel beneficio ai figli dei testimoni di giustizia. Molto spesso, chi denuncia non può condurre una vita normale, è segregato e rischia l’emarginazione sociale, così di certo non può svolgere funzioni lavorative normali, per il rischio che si corre e che farebbe correre a chi lavora con lui”. “Quel beneficio traslato ai figli – conclude Cutro – avrebbe consentito la sussistenza di tante famiglie in difficoltà economica. Ma dalla norma approvata oggi si parte, per una battaglia di civiltà che vede accanto a noi testimoni di giustizia, il governo della Regione e il Parlamento siciliano”.