A meno di due settimane dall’approdo della riforma della legge elettorale nell’Aula della Camera, restano alte le tensioni. Oltre a quello relativo alle croniche distanze tra le forze politiche sui vari modelli di riforma, si apre infatti un altro fronte tutto interno al Pd. La ventilata possibilità di un vertice tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi nella sede Pd è mal digerita dalla corrente democrat che fa riferimento all’ex segretario Pier Luigi Bersani. Non è possibile un incontro al Nazareno con un “pregiudicato”, tuona il deputato bersaniano Alfredo D’Attore che avverte: “Sarebbe ben strano fare le segreterie nei comitati elettorali delle primarie e gli incontri con Berlusconi alla sede del Pd. Immagino che anche Renzi avrà cautela e attenzione”. E anche sul dibattito intorno al modello spagnolo, D’Attorre va giù duro: “Non ci può essere un accordo in cui Berlusconi e Renzi, grazie alle liste bloccate, determinano la totalità del Parlamento”. Immediata la difesa del segretario Pd. ” L’obiettivo è quello di trovare una legge elettorale condivisa, che vada bene a tutti, o almeno a quante più persone possibili perché non è giusto che la legge elettorale se la scriva la maggioranza”, replica Renzi che sostiene: “Non voglio fare il governo con Berlusconi, io dico: Forza Italia che è il secondo partito italiano lo lasciamo da parte? Non lo consideriamo per la legge elettorale?”.
L’ufficialità di un incontro Renzi-Berlusconi ancora non c’è, ma resta in piedi l’ipotesi che il faccia a faccia possa avvenire nel fine settimana. “Prima dovremmo sistemare per benino le cose perché l’incontro abbia un senso, se deve essere semplicemente per prendere un caffè ognuno resta a casa sua. Se ci vediamo è per provare a chiudere”, commenta il segretario Pd che poi lancia a una frecciata a chi all’interno del partito osteggia il vertice con il Cavaliere: “Si dice contrario chi con Berlusconi ci ha fatto il governo”. Comunque, avverte Renzi, “Forza Italia non si deve limitare a dire sì a una delle leggi elettorali, deve per esempio accettare la nostra proposta di superare il Senato”. Il segretario Pd, nel frattempo, prosegue il suo giro di colloqui. Dopo quello di ieri con Denis Verdini, oggi è stato il turno dei leader di Sel e Ncd Nichi Vendola e Angelino Alfano. Domani invece è in programma un incontro con Fratelli d’Italia. Prima della direzione del partito prevista nel pomeriggio, Renzi dovrebbe anche vedersi con il premier. “Con Letta ci vediamo o ci sentiamo praticamente tutti i giorni”, ha dichiarato il segretario mentre l’ala sinistra del partito lo esorta a manifestare sostegno concreto al presidente del Consiglio. Oggi intanto Letta, rientrato dalla visita in Messico, ha incontrato il capo dello Stato Giorgio Napolitano a cui ha anticipato alcuni elementi sul patto di coalizione al quale sta lavorando.
Oltre ai malumori interni, Renzi nel frattempo incassa anche l’ennesimo no dal M5S. Questa volta è il guru del movimento Gianroberto Casaleggio a bocciare le tre proposte di Renzi definendole “astratte ed evidentemente incostituzionali”. Caseleggio, che oggi ha incontrato a Montecitorio gli esponenti M5S delle commissioni Affari costituzionali di Camera e Senato, ha ribadito che il modello di riforma della legge elettorale da parte del movimento verrà fuori da una consultazione referendaria sul web. E comunque, ha aggiunto, nel caso si tornasse prima alle urne, si deve votare con la legge partorita dalla sentenza della Consulta.