Il bonus di 80 euro non si tocca, anzi, semmai andrebbe allargato; la riforma del lavoro andrà in porto entro l’anno e prevederà contratti a tempo indeterminato flessibili, sul modello tedesco. E poi tagli per 20 miliardi e privatizzazioni, ma senza coinvolgere, per il momento aziende come Eni e Enel. Parola del premier Renzi che, intervistato dal direttore de Ilsole24ore Roberto Napoletano spiega: “Abbiamo voluto il bonus da 80 euro per dare un senso di giustizia sociale e sostenere il potere d’acquisto del ceto medio che è stato tartassato in questi anni e non ha mai visto un intervento di riduzione delle tasse così significativo. Quindi, non solo lo confermo, ma se riesco, lo allargo (…) Il bonus darà i suoi effetti perché verrà confermato e percepito finalmente come strutturale. Deve essere stabile, e percepito come tale. Il ceto medio ha bisogno di respirare”.
LA RIFORMA DEL MERCATO DEL LAVORO – L’ex sindaco assicura che “ci sarà entro l’anno, tocca al Parlamento, ma rispetteremo l’impegno assunto. Sulla riforma del lavoro si è fatto un primo intervento importante per decreto, abbiamo corretto un errore grave e ci sono già i primi segnali di inversione di tendenza nell’utilizzo dei contratti a termine per l’ingresso sul mercato del lavoro”. Si può fare, per decreto, il nuovo welfare? “No, ma sono certo che il Parlamento entro la fine dell’anno approverà il jobs act. Introdurremo in Italia il modello di lavoro tedesco non quello spagnolo”. Contratto a tempo indeterminato flessibile vuol dire anche superamento dell’articolo 18 e della reintegra obbligatoria? “Quella è la direzione di marcia, mi sembra ovvio. Sarà possibile solo se si cambierà il sistema delle tutele”.
SPENDING REVIEW – Ci sono tagli da effettuare per 17 miliardi solo per coprire le misure esistenti a partire dal famoso bonus. Non bastano di certo i tagli ai costi della politica… “I tagli non saranno per 17 miliardi, ma io ne immagino 20 perché intendo liberare risorse da investire nei settori strategici come l’istruzione e la ricerca senza aumentare le tasse. Ho qui il bilancio dello Stato – dice ancora Renzi -, questa estate me lo sono studiato bene, sono più di 800 miliardi di spesa pubblica e credo che sia arrivato il momento di cambiare metodo. Lunedì incontrerò tutti i ministri con il ministro dell’Economia Padoan e valuterò con loro tagli del 3% per ciascun ministero. Se era così facile, lo avrebbero già fatto tutti, non le pare? “Bisogna passare dalla cultura della spesa storica a quella della spesa strategica. È finito il tempo di chi ti risponde: ho sempre fatto così”.
LE PARTECIPATE – Nel frattempo ancora una volta la riforma delle partecipate degli enti locali, prevista da alcuni articoli della bozza dello sblocca Italia, è saltata. “Inserire quella norma lì sarebbe stato un errore. Ho fatto il sindaco e ho sempre sofferto la schizofrenia legislativa. Adesso che sono dall’altra parte della barricata, non ripeto gli errori che ho sempre criticato. Se vogliamo intervenire sulle partecipate si fa in modo organico, non in modo arzigogolato. Lo faremo con un disegno strategico, come previsto dal ddl Madia che affida una delega in questo senso”. È vero che il suo governo avrebbe chiesto informalmente a un gruppo di banche estere di studiare la fattibilità di un’operazione domestica taglia-debito attraverso la creazione di una società veicolo posta fuori dal perimetro della pubblica amministrazione per gestire, attraverso dismissioni e valorizzazioni, partecipazioni azionarie e immobili? “Falso, non esiste nessuna operazione taglia-debito. Non si fa: non possiamo permetterci un danno reputazionale. Per risolvere il problema del debito dobbiamo tornare a crescere. Noi dobbiamo metterci le riforme e lo stiamo facendo”.
PRIVATIZZAZIONI – Si faranno almeno i 10 miliardi di privatizzazioni previsti per quest’anno e quelli a venire? “Le privatizzazioni si faranno e i target previsti verranno rispettati. Non sono convinto che si debba partire da Eni e Enel. Abbiamo dato un indirizzo di lungo corso a queste aziende e siamo convinti che questo indirizzo possa produrre nuovo valore da ulteriormente valorizzare. Questo vale anche per le Poste dove Caio sta facendo un buon lavoro, lasciamoglielo fare. Esiste il tema di fare cassa: con Padoan troveremo le soluzioni idonee”.
LADY PESC – Per quest’anno, visto l’andamento del pil, saremo costretti all’ennesima e distruttiva manovra correttiva? “No, innanzitutto perché sono convinto che il risultato sulla crescita non sarà così negativo come si dice e poi perché possiamo puntare sul dividendo dei tassi bassi sul debito pubblico e su un buon andamento del fabbisogno. Dati negativi e positivi si annullano”. Vista la delicatezza di queste partite, non era forse meglio per l’Italia avere in Europa un ministero economico di peso piuttosto che lady Pesc? “La risposta è sì se si pensa che l’Europa sia solo quella dello spread e dell’economia, la risposta è no per chi come me ritiene che la pace sia un valore ancora più importante da difendere e, dove necessario, costruire. L’Italia deve tornare a pensare in grande, puntando sul mondo e non solo sulle vicende di casa nostra”. Ci sarà un rimpasto di governo? Si parla di Alfano alla Farnesina e di Delrio agli Interni… “Fantapolitica. La squadra è questa e non si tocca. A tempo debito sostituiremo solo il ministro degli Esteri”.
FUORI DALLA CRISI – Posso dirle presidente che mi resta un dubbio, pesante: ha o no la piena consapevolezza della gravità della crisi specifica italiana? La priorità oggi è l’economia non le riforme istituzionali che sono ovviamente importanti, è proprio sicuro che nel suo programma di mille giorni ci sia un disegno organico che rifletta questa urgenza? “Non è serio solo ciò che viene detto con una faccia seria. Vengo da una cultura personale e politica per cui nessuno è indispensabile, per cui ci si può prendere sul serio anche sorridendo. Per salvare l’Italia non servono facce corrucciate, ma idee pesanti. Sono convinto che il Paese non si salva se non si salverà con i suoi imprenditori, le sue famiglie, i suoi lavoratori, la sua gente. Perciò io continuerò a coinvolgere gli italiani anche se l’establishment storcerà il naso e tutti insieme usciremo da questa crisi’”.