di Simona D’Albora
Trentuno computer rubati e danni per quasi 200.000 euro, tanto è costato il raid dei vandali che la notte scorsa, approfittando dell’occupazione da parte di alcuni studenti, si sono introdotti nell’Istituto Tecnico Ferdinando Galiani di via Don Bosco, distruggendo la struttura e portando via i Pc.
“Mi hanno colpito, ma non mi hanno affondato – dichiara la dirigente scolastica dell’Istituto, Armida Filippelli – nonostante la rabbia e il dispiacere siano forti, ci rimetteremo in piedi al più presto.“Il mio è un Istituto particolare, una specie di campus, siamo soliti considerarlo un’impresa collettiva, dove tutti, dalla preside, agli insegnanti ai bidelli, collaborano a migliorarlo. Ci sono laboratori di ultima generazione, abbiamo costruito un auditorium, insomma è una scuola modello che è stata anche lodata da Report e chi ha fatto il Galiani lo dice con orgoglio, proprio per quello che in questi anni abbiamo costruito. È una scuola frequentata dall’hinterland napoletano, ha una platea particolare ed è per questo che il nostro impegno è sempre proiettato a garantire l’offerta migliore. Siamo orgogliosi dei progetti che portano i nostri studenti a passare un periodo all’estero per completare la formazione e soprattutto del progetto la scuola della memoria, che portato molti nostri alunni a girare per l’Europa e a visitare i campi di concentramento. In questi 13 anni in cui ho fatto la preside in questa scuola, ho visto di tutto e so benissimo che parecchi ragazzi hanno vissuti molto forti. Per questo il Galiani è stato pensato per diventare un punto di riferimento per chi la frequenta, perché è da qui che poi iniziano a mettere le basi per il loro futuro. Mi piace pensare che quello che ho fatto in questi anni abbia dato la possibilità a parecchi dei 750 ragazzi che ogni anno frequentano la scuola di aprirsi una strada, crearsi un futuro, e che questo abbia dato una svolta alla loro vita. E adesso ci ritroviamo a contare i danni”
Cosa è successo l’altra sera?
“Alcuni ragazzi con una maschera di Anonymus hanno ferito il custode e sono entrati, facendo fuggire i ragazzini che proprio quel giorno avevano occupato la scuola, hanno iniziato a distruggere tutto, hanno divelto le porte, sfasciato le lavagne interattive multimediali che si trovano in ogni aula, hanno rubato i pc e forzato la cassaforte, addirittura hanno sbattuto il pesciolino rosso contro la fotocopiatrice uccidendolo. L’unico luogo che si è salvato da questa furia collettiva è stata la presidenza.”
E i ragazzi che occupavano la scuola?
“Sono fuggiti terrorizzati, nessuno di loro ha chiamato la polizia, adesso si nascondono, negano di aver visto qualcosa, ma hanno una responsabilità morale per quello che è stato un disastro annunciato, io non li punirò, ma parecchi di loro sono già stati identificati e saranno ascoltati per capire se sanno qualcosa”
Perché pensa che il disastro era nell’aria?
“Il nostro Istituto si trova sulla strada, avevamo appena comprato materiale all’avanguardia per 150.000 Euro. Gli alunni più piccoli avevano deciso di occupare la scuola proprio quel giorno, io avevo cercato un confronto con loro per capire le motivazioni e venire incontro alle loro richieste, non hanno voluto aprire nessuna trattativa, così ho chiamato le Forze dell’Ordine per chiedere loro di far sgomberare la scuola, ma mi hanno risposto che senza l’ok della centrale operativa non potevano fare niente. Sentivo che c’era qualcosa nell’aria e che non poteva esserci occasione migliore di quella per colpire il nostro Istituto. Così ieri mattina alle 7, quando abbiamo aperto la scuola mi sono trovata davanti a una scena impressionante, i vandali avevano devastato tutto e dei ragazzini che avevano occupato la scuola non c’era più traccia. Probabile che ci sia qualche saldatura tra qualche alunno e qualche mascalzone che ha messo in atto la devastazione, ma ci penseranno le indagini a chiarire le cose. Per ora volevo ringraziare la scientifica per il lavoro svolto, spero che sia utile a rintracciare i colpevoli”
“Adesso la scuola quando riaprirà?
Ci vorrebbero mesi per farla ritornare come era prima, ma noi abbiamo fretta di ritornare alla normalità, spero di essere pronta per l’inizio della settimana prossima, a costo di fare lezione senza porte”
Quali erano le richieste degli alunni, perché avevano deciso di occupare la scuola?
“Non lo so, non si sono confrontati con noi. Del resto, non capisco nemmeno io perché, i ragazzi nel Galiani hanno tutto quello di cui possono avere bisogno, per cui non so quali potessero essere le loro rivendicazioni. Io sono a favore delle battaglie giuste, ma l’occupazione, in alcuni casi, è un fenomeno che viene sottovalutato. Quando si hanno delle rivendicazioni può essere anche giusto protestare, ma così diventa una perdita di denaro pubblico e di tempo per la programmazione didattica. E alla fine di tutto questo succede che le famiglie si rivolgono alle strutture private. Siamo al disimpegno totale. Ogni giorno facciamo una fatica enorme per conquistare i nostri alunni, interessarli a qualcosa, ma spesso il nostro lavoro viene vanificato.”