La forbice tra lo stipendio di chi dirige le grandi imprese italiane e la media dei suoi dipendenti si allarga sempre di più. Fino a raggiungere una distanza tale per cui al lavoratore occorrerebbero 225 anni di lavoro per guadagnare quanto incassano in un anno i manager più ricchi.
Lo rivela l’ultimo studio della serie, prodotti ormai in tutto il mondo occidentale per spiegare che la recessione è anche frutto della crisi del ceto medio. A raccontarlo con tanti numeri è il rapporto della Fisac, il sindacato dei lavoratori del credito e delle assicurazioni della Cgil, dal titolo “Poveri salari”. Vi si legge uno dei tanti motivi di “sperequazione crescente”: se nel 1970 un manager guadagnava venti volte più di un operaio, ora siamo arrivati a picchi che superano le 250 volte.