Mercoledì 1 agosto, alle 21,00, alla Piazzetta della Chiesa Nuova, il ritorno a Positano del grande e amato attore Paolo Graziosi, vincitore lo scorso anno del Premio Pistrice, che sarà protagonista con Elisabetta Arosio e Giovanni Visentin di un doppio omaggio ad Eduardo De Filippo, portando in scena una personale versione dei due atti unici “Pericolosamente”ed “Amicizia” i cui diritti sono stati concessi in esclusiva per il Positano Teatro Festival.
“Vorrei innanzi tutto ringraziare gli eredi di Eduardo, per aver rotto, in via del tutto eccezionale, il blocco dei diritti, per avermi trattato, dato i miei precedenti rapporti con questo genio del teatro, come uno di famiglia, dandomi l’opportunità di mettere in scena queste due perle del ricco repertorio eduardiano.
Ho sempre pensato che gli attori napoletani hanno una marcia in più rispetto a quelli che napoletani non sono. Eduardo era irraggiungibile in quanto attore; nella sua ultima regia “ Mettiti al passo”, una volta, dirigendomi mi disse: “se mi aiuti a rialzarmi ti faccio vedere come devi cadere”.
Questo per dire il privilegio che ho avuto vedendolo dirigere quando ormai, per ragioni di salute, non recitava più. La sua direzione consisteva semplicemente, consapevole della sua grandezza, nel mostrare agli attori quanto la recitazione dovesse passare per il corpo. “Ma come faccio io a rifare quello che tu mi hai fatto vedere?” “Tu non devi rifare me, devi soltanto farlo tuo” mi rispose lui. Grande, grande Eduardo!!!! Ho scelto ”Amicizia” e “ Pericolosamente” perché sono due pièce che mi permettono di sperimentare ciò che ho sempre pensato del suo teatro: e cioè renderlo accessibile anche agli attori non napoletani. È chiaro che il dialetto è fondamentale, perché profondamente espressivo per gran parte dei suoi personaggi, tanto che per chi non lo possiede nel sangue, rappresenta un ostacolo quasi insormontabile contro cui parecchi hanno sbattuto le corna. Il napoletano o lo si possiede o non lo si possiede: non lo si può “imitare “e io sono uno di quelli che non lo possiede e quando ci provo mi sento falso e non a mio agio. Ecco perché dico che con questi due atti unici, voglio provare a sperimentare quanto i suoi personaggi possano reggere la lingua italiana come fossero tradotti in russo o in inglese o in francese. E così provo a farlo in italiano: l’unico strumento che, ahimè, io possiedo. È una scommessa che spero di vincere. Del resto l’ultimo Eduardo attore, tendeva sempre più a “italianizzare” i suoi personaggi, non tanto per rinnegare le sue origini, quanto per estendere il suo teatro a un pubblico più ampio possibile”.
Paolo Graziosi