di LAURA BERCIOUX
La città si risveglia con un lungo corteo per abbracciare il magistrato Nino Di Matteo, il PM di ferro che è stato minacciato di morte perché Cosa Nostra è ritornata più feroce che mai. Il processo alla Trattativa Stato-Mafia stringe sempre di più il cerchio ai mafiosi che sparsero sangue e bombe in un Paese ricattato dal terrore della mafia. Così si è levata la voce migliaia di giovani per le vie di Palermo a difesa del pm Nino Di Matteo, dopo le ultime indiscrezione relative al progetto di attentato nei suoi confronti. Forte l’appello di “Scorta civica“, il coordinamento di associazioni, movimenti, organizzazioni e semplici cittadini, dalle Agende Rosse di Salvatore Borsellino, che hanno deciso di scendere in piazza.
Il grido del corteo era “Fuori la mafia dallo Stato” e “Siamo tutti Nino Di Matteo”, lo stesso magistrato ha raggiunto il corteo al Palazzo di Giustizia di Palermo. E si è rivolto ai giovani, soprattutto a loro che sono con lui oggi a Palermo: “Io non so cosa accadrà ho solo una speranza nel cuore, la speranza che conserverete sempre questa passione civile. Soprattutto mi rivolgo ai ragazzi, ai giovani. Ho la speranza che non vi adeguerete mai all’andazzo prevalente di un Paese sempre più indifferente alla giustizia e insofferente alla verità e all’indipendenza della magistratura ed alla tutela vera dei valori costituzionali. Ho questo sogno nel cuore. Solo voi cittadini e sopratutto giovani avete la possibilità di cambiare le cose, di sconfiggere la mafia, la corruzione la mentalità mafiosa dell’appartenenza del potere fine a se stesso. Coltivate il vostro sogno e perseguite con forza i vostri ideali. Comunque vada avrete combattuto per rendere più giusto e libero il Paese sarà stata una giusta battaglia”.
Al corteo hanno partecipato molti rappresentanti delle istituzioni dal Sindaco Leoluca Orlando, il deputato Fabrizio Ferrandelli. Il Sindaco ha dichiarato: Siamo qui – ha detto Orlando – per chiedere che si scoprano tutti i soggetti di quella ignobile trattativa senza scampoli e senza sconti e che venga accertata la verità sulle stragi è per questo motivo che il Comune di Paleremo si è costituito parte civile in questo processo ed è presente a questa mobilitazione”. La manifestazione di oggi si è replicata in una ventina di città d’Italia.
Un incoraggiamento c’è la ferma volontà di chiedere al Ministro dell’Interno Angelino Alfano “quali misure intenda adottare per garantire la loro sicurezza, oltre a dare seguito alla mai realizzata promessa di dotare la scorta del pm Di Matteo del dispositivo bomb-jammer”. E’ stato proprio Salvatore Borsellino, fratello del giudice Paolo Borsellino, che ha scritto: “A chi può interessare eliminare Nino Di Matteo se non a chi ha mantenuto per anni una scellerata congiura del silenzio su degli ‘indicibili accordi’ che oggi, giorno dopo giorno, grazie proprio all’opera di Di Matteo e del pool di Palermo, continuano a venire alla luce?”.