Che potesse trasformarsi nell’ennesima guerra agroalimentare fra Nord e Sud lo si era intuito subito. La Terra dei Fuochi utilizzata come grimaldello per bloccare io prodotti del made in Campania. Tanto da suscitare la reazione adirata della Regione. “Il Nord non puo’ permettersi di essere ‘untore’ dei prodotti agroalimentari del Sud in quanto gran parte delle responsabilita’ dell’avvelenamento e dell’emergenza ambientale in Campania grava proprio su alcune aziende del Settentrione”. Nel mirino la campagna pubblicitaria della Pomi che sta scatenando un fuoco di fila di proteste. “L’azienda in questione deve ritirare immediatamente la pubblicita’ e risarcire il danno materiale e morale provocato ai nostri territori” – aggiunge Romano -, che sottolinea: “nel passato aziende del Nord hanno sversato i propri rifiuti illegali nel nostro territorio, con la complicita’ della camorra, e oggi vorrebbero imporci il doppio danno di massacrare le nostre produzioni agroalimentari? E’ gravissimo e inammissibile!”. Il numero uno del parlamento regionale campano sottolinea, inoltre, di essere d’accordo con il Procuratore nazionale antimafia Franco Roberti: “la magistratura ha gia’ ricostruito i fatti delittuosi e colpira’ le relative responsabilita’ – ha detto Romano -; ma, adesso, cio’ che conta e’ reagire e procedere alla individuazione e alla delimitazione delle aree avvelenate, dimostrando che i prodotti campani sono salubri e soprattutto facendo partire le bonifiche”. Ma non è la prima volta che succede. Basta ricordare la campagna contro le mozzarelle alla diossina, tralasciando il fatto che le mozzarelle che diventavano all’improvviso blu dopo l’acquisto provenivano da stabilimenti del Nord. La cosa drammatica è che si continua a speculare sulla pelle della gente, utilizzando una tragedia a fini commerciali. E questo è davvero inconcepibile.
A.T.