Politica
Matteo Renzi – In un colloquio con La Stampa a margine della sua visita al raduno scout nazionale di San Rossore, il Premier è tornato sul recente richiamo di Mario Draghi, condividendone lo spirito: “La frase di Draghi è: se non fa le riforme, l’Italia non è attrattiva per gli investimenti esteri. Bene, questa è la mia linea e anche quella di Padoan”. Renzi ha poi difeso la riforma del Senato, “la madre di tutte le battaglie”, la cui approvazione non l’ha messo “nelle mani di Berlusconi”, poiché “la maggioranza non ha problemi di numeri ed è la più solida della Seconda Repubblica”. Infine, un attacco durissimo, a sorpresa, che probabilmente aprirà un nuovo fronte polemico nei prossimi giorni: “Le classi dirigenti del Paese per vent’anni hanno nascosto le loro responsabilità e le loro manchevolezze dietro quelle ancor più gravi della politica; ma ora la musica è cambiata”.
Governo – Dopo la riforma del Senato, definita come “una straordinaria vittoria”, Silvio Berlusconi è tornato a offrire nuovamente il proprio aiuto all’Esecutivo: “Forza Italia è disponibile a collaborare anche sui provvedimenti economici”, con “riforme che vadano nel senso della modernizzazione, a patto che non prevedano altre tasse”. Il ragionamento dell’ex Premier, che ieri sia Brunetta che Toti hanno poi sviscerato davanti alle telecamere, è che “in autunno le emergenze economiche imporranno a Renzi ben altre priorità” rispetto alla legge elettorale. Ciononostante in un’intervista al Corsera, il Ministro Boschi sembra chiudere la porta alle avances forziste: “Stiamo scrivendo le regole insieme per non dover mai più dar vita alle larghe intese”, ma poi “le scelte in campo economico, come la misura degli 80 euro, sono della maggioranza e non dell’opposizione”, dove “Forza Italia sta saldamente”.
Politica estera
Iraq – Barack Obama ha annunciato che gli Stati Uniti “proseguiranno per lungo tempo” i raid aerei contro l’Isis iniziati ieri. Gli islamisti controllano ormai il nord del Paese e minacciano ora decine di migliaia di cristiani, di cui 100 mila sono già di fatto profughi. Inoltre, circa 50 mila yazidi, una minoranza religiosa di etnia curda, sono letteralmente bloccati sul monte Sinjar, a ovest di Mosul, e si teme un massacro su larga scala se i fondamentalisti di al Baghdadi non saranno ridimensionati. Quattro mila yazidi sarebbero tra l’altro già nelle mani dei miliziani. Per ora, nonostante la distruzione di alcune postazioni da parte degli Usa, Abu Musa, portavoce dello Stato islamico, si mostra sprezzante: “Non siate vigliacchi attaccandoci con i droni. Inviate qui i vostri marines, quelli che abbiamo già umiliato una volta”, un’eventualità, quella di un intervento terrestre, che Obama ha escluso nuovamente anche ieri.
Medio Oriente – Dopo la tregua di 72 ore sono ripresi gli scontri nella Striscia. Hamas ha lanciato ieri circa 60 missili su Israele, la cui aviazione ha risposto colpendo una cinquantina di obiettivi e causando la morte di 5 palestinesi. Tuttavia i colloqui indiretti avviati al Cairo per arrivare a una soluzione del conflitto sono ancora aperti, nonostante il netto rifiuto di Israele di “negoziare sotto i razzi”.
Turchia – Oggi i cittadini turchi si recheranno alle urne per la prima elezione diretta del Presidente della Repubblica nella storia del Paese. Il Primo Ministro Erdogan sembra essere di gran lunga favorito sugli altri due candidati, anche grazie agli ottimi indicatori economici della Turchia e a una retorica nazionalista che riscuote ampi consensi, ma i laici temono una svolta autoritaria, con una stretta sui diritti civili e politici, e un contemporanea accentuazione dell’islamismo del partito di Erdogan.
Economia e Finanza
Argentina – Nell’ultimo incontro tra gli avvocati del Governo di Buenos Aires e il giudice di New York Griesa, il quale ha dato ragione ad alcuni fondi che chiedevano il rimborso integrale dei Tango Bond, quest’ultimo avrebbe paventato l’ipotesi di accusare il Governo Kirchner di “oltraggio alla Corte”. Infatti, oltre a non prendere atto della sentenza, l’esecutivo ha nei giorni scorsi comprato pagine sui quotidiani accusando la Corte statunitense di essere l’unica responsabile del default e che “l’Argentina ha già pagato”.