
Politica interna
Quirinale 1 – Alla vigilia della prima votazione per eleggere il capo dello Stato (si comincia oggi alle 15), Matteo Renzi punta sul nome di Sergio Mattarella, ex ministro e giudice costituzionale. Una scelta arrivata dopo il vertice di ieri tra il premier e l’ex segretario Pd Pier Luigi Bersani: il nome di Mattarella è in grado di compattare i democratici e di incassare i voti della sinistra non governativa. Contrario Silvio Berlusconi che insiste sulla candidatura di Giuliano Amato, che nel Pd incontra però molte resistenze: stamattina, prima della seduta comune del Parlamento è previsto un nuovo faccia a faccia tra il leader di Forza Italia e il premier. Dice no a Mattarella anche Angelino Alfano. Renzi spera comunque di chiudere la partita del Colle già domani e avverte gli azzurri: abbiamo i numeri per eleggere Mattarella anche senza il vostro contributo.
Quirinale 2 – Mossa dei Cinquestelle per contrastare il patto del Nazareno: stamattina si aprono le Quirinarie, con cui la base del Movimento decreterà il suo candidato al Colle. I pentastellati sottopongono alla Rete una rosa di nove nomi tra cui figurano anche Pier Luigi Bersani e Romano Prodi. Intanto, Matteo Salvini e Giorgia Meloni propongono una terna di candidati a sorpresa: l’ex direttore del Giornale Vittorio Feltri, l’ex ministro degli Esteri Giulio Maria Terzi di Sant’Agata e Bernardo Caprotti, re dei supermercati Esselunga. Alla fine, i leader di Lega e Fratelli d’Italia annunciano in conferenza stampa alla Camera il nome definitivo del loro candidato: sarà Vittorio Feltri.
Politica estera
Israele – Giorno di guerra a nord di Israele, al confine con Libano e Siria: due soldati israeliani sono stati uccisi e sette feriti durante un attacco lanciato dalle milizie sciite di Hezbollah. Le unità filo-iraniane hanno teso un agguato a un convoglio israeliano di mezzi non blindati con cinque missili antitank “Kornet”. L’attacco, preannunciato tanto dall’Iran quanto da Hassan Nasrallah, sceicco di Hezbollah, vuole vendicare l’uccisione da parte degli israeliani di Jihad Mughinyeh, leader dei miliziani filo-iraniani nel Golan. Nell’immediata risposta israeliana, ha perso la vita un soldato spagnolo dell’Unifil, la Forza di Interposizione Onu in Libano.
Isis – La Giordania sceglie di trattare con il Califfo dello Stato Islamico sullo scambio di prigionieri ma vuole la liberazione di Muath Kassasbeh, il pilota giordano il cui caccia F-16 è caduto nella zona di Raqqa, in Siria, lo scorso 24 dicembre. Ad annunciarlo è il ministro degli Esteri, Nasser Judeh, che dichiara che Amman è pronta a rilasciare Sajida al-Rishawi, la donna kamikaze irachena che, nel 2005, doveva farsi esplodere insieme a un commando qaedista proprio nella capitale giordana. Incerta la sorte dell’altro ostaggio dell’Isis, il giornalista giapponese Kenji Goto, che in un video pubblicato qualche giorno fa proponeva l’idea dello scambio e che potrebbe entrare nella trattativa.
Economia e Finanza
Grecia – Il nuovo governo guidato da Alexis Tsipras fa dietrofront su due privatizzazioni, il porto del Pireo e il 30% della Pcp, l’ex monopolista pubblica dell’elettricità, e gela i mercati: la Borsa di Atene chiude a -9% e lo spread schizza a 974 punti base. Nonostante il “siluro” lanciato alla politica della Troika, sul tema della rinegoziazione del debito l’esecutivo si è mostrato prudente nei toni senza però arretrare sui principi: Tsipras ha detto che Atene non vuole rotture distruttive ed è pronta a trattare con partner e finanziatori per trovare una soluzione giusta e duratura per il taglio del debito.
Fed – L’economia degli Stati Uniti è tornata a correre: il Prodotto interno lordo è in crescita e la disoccupazione in calo. Ma la Federal Reserve ha comunicato ieri che il tempo per rialzare i tassi di interesse non è ancora arrivato: se ne riparlerà a giugno o addirittura dopo l’estate. Il ritorno a una situazione di normalità completa – dopo la chiusura, in autunno, del programma di immissione di liquidità a sostegno dell’economia – avverrà comunque a piccoli passi.
Confindustria – È un bollettino dai toni ottimistici quello diffuso dal Csc: secondo le previsioni del Centro studi di Confindustria, il calo del prezzo del petrolio, la caduta dell’euro, la diminuzione dei tassi di interesse a lungo termine e l’accelerazione del commercio internazionale spingono al rialzo il Pil 2015: le stime degli industriali parlano di un balzo del 2,1%. Dunque, ripresa oltre le attese: la tendenza positiva della crescita si rafforzerà anche nel 2016, quando il prodotto interno lordo subirà una spinta del 2,5%.