Politica interna
I provvedimenti del governo – Riforma della P.A.: nei prossimi giorni Renzi metterà a punto con il ministro della Funzione pubblica, Marianna Madia, le linee dell’intervento. Sul tavolo il blocco dei premi ai dirigenti pubblici e l’introduzione di un “Pin” unico con cui il cittadino potrà accedere a tutte le pratiche burocratiche.
Riforma del lavoro: passaggio delicato nell’aula di Montecitorio, dove si profila un braccio di ferro tra Pd e Ncd. Lo scontro è sulla dose di flessibilità da introdurre nel mondo del lavoro, troppa secondo il Pd, poca per il partito di Alfano. Il ministro Poletti pensa già di “blindare” il decreto con il voto di fiducia
Ma a far discutere, ieri e nei prossimi giorni, è soprattutto la decisione di desecretare migliaia di pagine sulle stragi italiane: al più tardi entro la fine della settimana prossima, Matteo Renzi firmerà una direttiva che autorizza i ministeri di Esteri, Interni, Difesa e i servizi di intelligence a girare all’Archivio di Stato i documenti legati ai principali fatti di sangue della storia italiana.
Al centro dell’attenzione anche voci di un piano segreto del governo per trattare con gli Usa e tagliare della metà l’acquisto dei tanto controversi aerei militari F35
I partiti verso il voto – Berlusconi pianifica le prossime apparizioni televisive (oltre a Vespa c’è persino l’idea di tornare dal “nemico” Santoro…) ma la vera carta a sorpresa potrebbe essere proprio l’imminente inizio dell’affidamento ai servizi sociali presso la Fondazione Sacra Famiglia di Cesano Boscone. Con l’abilità che lo contraddistingue in questo genere di cose, Berlusconi starebbe studiando i modi possibili per tramutare la pena in una “risorsa” spendibile in campagna elettorale.
Sull’altro versante Renzi ha ben chiaro l’obiettivo da centrare: conquistare le due regioni in palio e almeno 15 su 27 città capoluogo (attualmente il Pd ne amministra 14)
La polemica nel M5S – Il cerchio si stringe intorno a Pizzarotti, sindaco di Parma da tempo oggetto di critiche da parte del suo movimento. Il nuovo attacco (una vera e propria “scomunica” con l’invito ad andare a casa) è stato portato da Casaleggio e il tema della contesa è, come già in passato, la mancata chiusura dell’inceneritore, promessa elettorale non mantenuta da Pizzarotti. L’uscita dell’ideologo dei 5 stelle fa seguito a una serie di tweet e post di Beppe Grillo che avevano messo all’indice il primo cittadino, il quale ieri si è difeso via Facebook: “Perdere una battaglia non significa tradire un’idea”.
Politica estera
La crisi in Ucraina – In una situazione sempre più confusa, Stati Uniti e Usa si muovono per consolidare le loro posizioni nell’Ucraina divisa in due. Ieri il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, ha accusato le autorità di Kiev di violare gli accordi firmati a Ginevra giovedì scorso, mentre Vladimir Putin ha firmato la legge che renderà più facile l’ottenimento della cittadinanza russa per i russofoni che vivono in tutti gli Stati un tempo appartenenti all’Urss. Sempre ieri è arrivato a Kiev il vicepresidente Usa Joe Biden per una visita destinata a rinnovare il sostegno anche economico all’Ucraina
Economia e Finanza
Alitalia – Da una settimana a questa parte ogni giorno sembra essere quello decisivo per Alitalia, salvo poi assistere a intoppi e contrasti che ritardano la chiusura della trattativa. Oggi alle 15 si riunisce a Fiumicino il cda per discutere dello scambio di lettere con Ethad che c’è stato la settimana scorsa. Una delle condizioni poste dagli arabi per entrare nel capitale è la riduzione del personale (esuberi stimati tra 2.600 e 3.000 unità). Si valuta la possibilità di ricollocare almeno una parte del personale tagliato in aziende pubbliche: la prima scelta potrebbe essere Poste Italiane, direttamente interessata visto che è appena entrata nel capitale di Alitalia con 75 milioni di euro
Fincantieri – La Fincantieri andrà in Borsa con una quota di minoranza, ma vicina al 50 per cento e un aumento di capitale fino a 600 milioni di euro. La domanda di ammissione è il primo punto all’ordine del giorno dell’assemblea fissata per il 5 maggio
Salario minimo – Anche nella solida Germania le promesse elettorali si rivelano poi difficili da mantenere; il salario minimo di 8,50 euro l’ora da gennaio 2015, che era stata la bandiera elettorale dei socialdemocratici in campagna elettorale ed era stato puntualmente approvato dal governo nelle settimane scorse, ora vacilla di fronte alle perplessità sollevate dal mondo industriale e alle critiche avanzate da una commissione indipendente di dieci esperti, i quali hanno ravvisato lacune nel calcolo dei costi dell’operazione
Ripresa americana – Le statistiche certificano che il 2009 è stato il punto di svolta: da allora e per 58 mesi consecutivi l’economia americana ha smesso di impoverirsi e ha ripreso il corso dello sviluppo. Il dato stride se confrontato con la lunghezza anomala della recessione nell’eurozona