Vicenda Lupi – «Lascio il governo a testa alta. Non si cancella in tre giorni il lavoro fatto in 22 mesi», dice Maurizio Lupi, citato nelle carte dell’inchiesta sulle Grandi Opere, nel discorso in cui annuncia alla Camera le sue dimissioni da ministro delle Infrastrutture. Il premier Renzi assumerà l’interim del ministero per qualche giorno mentre, per la successione, c’è l’ipotesi di una supervisione di Luca Lotti e quelle di Delrio e Cantone candidati per il dopo-Lupi. Nel governo però le acque restano agitate: dopo le dimissioni, il Nuovo centro destra si lamenta pensando ai sottosegretari del Pd indagati e si rivolta contro il leader Alfano. Matteo Renzi risponde che affronterà il tema e, dalle pagine del Corriere della Sera, il titolare del Viminale ribadisce la sua fiducia a Lupi e dice che, sulla vicenda dimissioni, Renzi ha subito le pressioni interne della minoranza Pd.
Forza Italia – Continua la guerra aperta dentro e fuori il partito di Silvio Berlusconi. Sul fronte interno la fronda guidata da Raffaele Fitto sarebbe pronta a schierare liste autonome praticamente in tutte le Regioni al voto. Il big pugliese denuncia che sarebbe in corso una «epurazione» di tutti quelli che si riconoscono nella sua corrente. A complicare il quadro c’è il discorso alleanze per le elezioni: l’ex Cavaliere, diviso tra l’intesa con la Lega e il Ncd, è stanco di provare a tenere unito il centrodestra e pensa di far correre da solo il suo partito. Un’ipotesi che metterebbe a rischio la vittoria sia in Veneto sia in Campania.
Politica estera
Yemen – È gravissimo il bilancio degli attentati suicidi di ieri a Sana’a, capitale dello Yemen, che hanno fatto strage in due moschee sciite durante la preghiera del venerdì. Quattro kamikaze si sono fatti esplodere tra i fedeli musulmani provocando oltre 120 morti. A rivendicare l’attacco sono stati gruppi sunniti locali legati all’Isis, ma gli Stati Uniti esprimono dubbi sulla paternità dell’attentato. Ciò che emerge è una nuova sfida del Califfato: quella, a colpi di vittime, con l’altro gruppo estremista, al Qaeda. E mentre il ministro dell’Interno Alfano lancia l’allarme per possibili gesti di emulazione anche in Italia, il nostro Paese si attrezza per monitorare il Mediterraneo schierando duemila soldati, navi e aerei.
Tunisia – A tre giorni da quella che i politici hanno definito l’11 settembre del Paese, la Tunisia scende in piazza: l’occasione è la celebrazione del 59° anniversario dell’indipendenza dalla Francia, ma la folla oceanica che percorre avenue Bourghiba è lì per dire no al terrorismo e per chiedere una legge dura contro gli jihadisti. Sfilano i laici, contraddistinti da un look occidentale, e i religiosi, insieme: come sottolineano molti manifestanti, quello che li contraddistingue dalla Libia e dall’Algeria è proprio l’unità. Ma a guidare la piazza di Tunisi ci sono ancora una volta le donne, di nuovo protagoniste dopo la rivoluzione dei gelsomini, che portano in dote una fiducia totale nell’impossibilità di un ritorno al passato.
Economia e Finanza
Grecia – Dopo un mini-summit notturno a Bruxelles fra Alexis Tsipras, Angela Merkel, François Hollande e i vertici delle istituzioni europee, la Commissione Ue ha sbloccato 2 miliardi di fondi strutturali finora non spesi, da impiegare in progetti a sostegno dell’economia. Il premier greco ha promesso di presentare al più presto una lista di riforme per portare il Paese fuori dalla crisi, dopodiché si riunirà di nuovo l’Eurogruppo per decidere se sussistono le condizioni per erogare ad Atene nuovi aiuti. La notizia dell’intesa spinge positivamente i mercati: Piazza Affari (+1,46%) è al record da febbraio 2011 e l’euro torna sopra quota 1,08 dollari.
Caso Pirelli – Lo shopping cinese sta per cambiare volto a un’altra grande azienda italiana: è ormai tutto pronto per l’operazione che porterà il colosso chimico Chem China a prendere il controllo di Pirelli. L’ipotesi è quella di una maxi Opa da 7 miliardi di euro: secondo quanto dichiarato da Marco Tronchetti Provera, che dovrebbe restare al timone del gruppo almeno fino al 2021, l’accordo dovrebbe chiudersi entro il fine settimana. Nella newco a maggioranza cinese, resteranno anche i soci russi di Rosneft oltre agli italiani. Il quartier generale dell’azienda dovrebbe comunque rimanere nel Bel Paese, mentre è previsto l’addio alla Borsa.