libiaPolitica interna
 
Le opposizioni – Sergio Mattarella riceve al Quirinale Forza Italia e Sel che protestano contro le riforme costituzionali approvate con un’Aula semivuota. Renato Brunetta, presidente dei deputati forzisti, che si presenta da solo generando polemiche nel partito, consegna al capo dello Stato un documento in 25 punti dal titolo “Riforme mostro giuridico”. Durante i colloqui Mattarella ascolta le ragioni delle opposizioni e prende atto delle proteste: l’auspicio del presidente della Repubblica è il ritorno al dialogo. Nei prossimi giorni, sarà la volta di Beppe Grillo, che guiderà la delegazione del Movimento Cinque Stelle, e della Lega, ma non di Matteo Salvini. Il leader del Carroccio dà forfait e commenta in modo provocatorio: “Che ci vado a fare?”, suscitando il risentito stupore del Colle.
 
Regionali – In vista delle prossime consultazioni, si intensifica il gioco delle alleanze. Al termine di una lunga giornata di colloqui, Forza Italia e Nuovo centro destra siglano l’accordo per Campania e Veneto, promettendo candidati autonomi rispetto alla Lega. La reazione di Salvini è gelida: Fi è libera di decidere, ma così salta l’alleanza con noi. Per salvare capra e cavoli, Berlusconi tenta l’ultimo pressing sul Carroccio per superare l’ostracismo padano su Alfano. Dal canto suo, il ministro dell’Interno è diviso tra l’alleanza con Berlusconi e il corteggiamento di Matteo Renzi. I dirigenti del Ncd dicono che la partita non è ancora chiusa ma il patto con il Pd in Campania, dato quasi per certo ieri pomeriggio al Nazareno, è un’ipotesi sempre più flebile.
 
 
Politica estera
 
Libia – L’aviazione del Cairo continua a bombardare le roccaforti dei terroristi dell’Isis, e le milizie liberano Sirte, recentemente occupata dai jihadisti. Il presidente egiziano Al-Sisi ha chiesto all’Onu di approvare una risoluzione per un intervento internazionale. Il Consiglio di sicurezza si riunirà oggi, ma il sì a un’azione militare appare lontano. La linea del governo italiano, concordata tra il premier Renzi e i ministri Alfano e Gentiloni e ribadita dalla dichiarazione congiunta diffusa con Francia, Germania, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti, sottolinea la necessità impellente di una soluzione politica del conflitto. Intanto, in Iraq continuano le violenze dello Stato Islamico: il Califfato ha bruciato vivi 45 prigionieri.
 
Ucraina – Malgrado la tregua, si continua a combattere nell’Est del Paese: la guerra infuria più feroce che mai nell’enclave della cittadina di Debaltsevo. Diversi segnali lasciano intendere che le truppe dell’esercito ucraino fedele a Kiev potrebbero arrendersi in massa nelle prossime ore. Insieme ai combattimenti, continua anche lo scambio di accuse e il botta e risposta tra Mosca e Kiev. Il presidente Poroshenko ha condannato l’offensiva dei ribelli a Debaltsevo, definendola un attacco contro gli accordi di Minsk. Non è affatto stupito del fallimento della tregua Vladimir Putin, che torna a puntare il dito contro l’Ucraina.
 
 
Economia e Finanza
 
Grecia – L’Europa e il governo di Alexis Tsipras arrivano ai ferri corti, poi il premier greco apre agli aiuti. Per svincolarsi dall’ultimatum dell’Eurogruppo, l’esecutivo ellenico sembra pronto a chiedere un’estensione dei prestiti di sei mesi, ma rigettando gli impegni su riforme e risanamento di bilancio, sulla base della bozza di compromesso presentata dal commissario europeo agli Affari economici Pierre Moscovici. È questa la proposta che intenderebbe presentare Tsipras dopo che ieri l’Ecofin ha avvertito Atene che non c’è alternativa all’estensione dell’intero programma di aiuti. Irremovibile il tedesco Schäuble, infuriato per una vignetta che lo ritrae in uniforme nazista apparsa su Avgi, il giornale di Syriza.
 
Decreto Milleproroghe – Il provvedimento va verso la fiducia alla Camera, dopo il passaggio in commissione che ne ha cambiato la sostanza. Tra le nuove norme introdotte, l’attesa proroga a tutto il 2015 del vecchio regime dei minimi per le partite Iva, il blocco dell’aumento delle aliquote Inps per gli autonomi, la retromarcia sulle nuove norme che avrebbero aumentato il canone di concessione delle frequenze tv a Mediaset e Rai, la miniproroga degli sfratti. Il decreto dovrà essere convertito in legge entro il 3 marzo e deve ancora tornare all’esame del Senato.